Oggi, sabato 20 maggio 2017, nella Sala blu presso il Salone Internazionale del libro di Torino, si è tenuto un dibattito riguardante lo straordinario successo internazionale di Elena Ferrante, che ha visto coinvolti il rappresentante della casa editrice italiana E/O Sandro Ferri oltre a Michael Reynolds, Jonathan Landgrebe e Anne Assous, tutti responsabili della diffusione dei libri della Ferrante in paesi come Stati Uniti, Germania e Francia.
Dopo la prefazione del direttore del Salone, Nicola Lagioia, ha preso la parola Mattia Carratello, personaggio noto nell’editoria, smentendo il luogo comune che voleva Elena Ferrante aver avuto successo prevalentemente in America rispetto che in Italia; infatti il successo americano dell’autrice partenopea è figlio del ventennale lavoro della casa editrice italiana e non è perciò un’improvvisa scoperta statunitense. I suoi libri, non apprezzati totalmente nel primo decennio dalla loro pubblicazione che ne vide infatti la vendita di sole poche migliaia di copie, riscontrarono un’apprezzabile fama solo in un secondo momento, portando all’estero un profondo senso di nazionalità e una radicale italianità.
In seguito Sandro Ferri, che ha visto da vicino il fenomeno Ferrante, ha spiegato come il successo dei suoi libri infranga i canoni di un comune Best Seller: non venne infatti in alcun modo pubblicizzata, non ritirò mai alcun premio, non apparve in pubblico, i suoi libri vennero diffusi da una casa editrice ancora piccola e poco conosciuta, fattori che accrescono ancor di più la sua ascesa.
La bravura di questa scrittrice è stata riconosciuta da vari autori internazionali, tra i quali Daniel Pennac che, amante della letteratura italiana, fu tra i primi a notare le sue capacità elogiandola addirittura in un testo.
Oggi le copie dei romanzi della Ferrante vendute in tutto il mondo sono più di 5 milioni.