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Luigi Romolo Carrino – Alcuni avranno il mio perdono

Autore: Cecilia Dilorenzo
Testata: Contorni di noir
Data: 18 maggio 2017
URL: http://contornidinoir.it/2017/05/luigi-romolo-carrino-alcuni-avranno-il-mio-perdono-2/

Verona, Romeo e Giulietta. Napoli, Antonio e Rosa.

Quali sono i fili conduttori che legano in un così vasto lasso di spazio temporale i quattro ragazzi? Amore e morte. L’amore tra due ragazzi adolescenti, l’amore viscerale e pieno di speranza, la speranza che si possano superare ostacoli insormontabili. Come non sperare che il mondo in cui vivono possa capirli e comprenderli e lasciarli vivere la loro storia come tanti altri ragazzi come loro?

“… e così è l’amore, non tiene senso, perché quando è vero è così l’amore, senza senso mai …” Montecchi e Capuleti. Farnesini e Musso.

Due famiglie, due clan. Contrasti e odii, vendette e guerre, in un mondo di adulti che non concepisce un tale amore. L’amore di Mariasole – Vient’e Terra – per suo figlio Antonio. Lei altera, bellissima, fredda e calcolatrice, a capo del clan Acqua storta. Lei madre innamorata di suo figlio, che vorrebbe proteggerlo dalle grinfie di un mondo all’interno del quale Mariasole è parte integrante e detentrice di un potere forte e devastante.

L’amore di un fratello verso suo fratello. Uno dei due sa di esserlo, l’altro no. Uno dei due è nato dalla violenza, ma non fa della violenza un’arma da utilizzare. Lui vuole conoscere e proteggere quel suo fratello minore che non sa della sua esistenza, Se lo avesse rivelato, forse, chissà …

La morte perché “Il sangue non si ferma in effetti. In questa città il sangue non si ferma mai” La morte che tutto travolge. La morte decretata verso il nemico, il nemico che non può vivere. La morte frutto del potere, della violenza, della vendetta. La morte che disintegra le madri, madri che portano il peso sulle proprie spalle e nel proprio cuore, madri impazzite dal dolore.

La storia di Giulietta e del suo Romeo aleggia su e tra le pagine de “Alcuni avranno il mio perdono”. Una tragedia che può sempre essere adattata ai nostri giorni, perché di amore e di morte non si potrà mai smettere di scrivere. L’intensità di queste pagine è forte e notevole, non mi ha mai mollata e mi ha seguita per tutte le pagina, dalla prima all’ultima. Mi ha fatto riflettere, pensare, commuovere. Mi ha parlato di Napoli, delle sue bellezze e dei suoi mali, contrapposti appunto come l’amore e la morte. Tra le infinità di righe che ho sottolineato vorrei riportarne alcune che mi hanno riportato alla mente un fatto di cronaca avvenuto da poco: il suicidio di Maria Rita Lo Giudice, figlia di una famiglia di ‘ndrangheta. A soli 24 anni si è tolta la vita. Una vita vissuta sotto il peso del suo cognome. Tutto questo è terribile e devastante Una sconfitta.

“C’è chi nasce tondo e chi nasce quadro e in questa terra è complicato passare dal cerchio al quadrato. Impossibile, in verità. Esistono perimetri invalicabili per certi ragazzi che stanno dalla parte nera e scassata della città. Esistono frontiere insuperabili per certi ragazzi che abitano altre opportunità in territori puliti e integri della città. Alcuni ragazzi corrono sul cerchio sin da piccoli e ancora non lo sanno che il punto di partenza coincide con il punto di arrivo. Quello che accade, dopo un po’, è che finiscono per ricominciare lo stesso percorso, sempre correndo sulla stessa traiettoria, trovando le stesse cose, solo quelle, senza possibilità di riscatto, di bellezza, di redenzione, di crescita, cerchio dopo cerchio. Altri ragazzi si fermano invece nell’intersezione delle linee ortogonali e si squadrano o in linea retta, felici del vertice raggiunto che mai un ragazzo che corre sulla circonferenza del cerchio potrà raggiungere, perché questi ragazzi qua, loro, hanno studiato, hanno preso un diploma, una laurea, hanno seguito le orme di papà, della famiglia bianca e sana che li ha generati. Mariasole ha tentato di spostare Antonio dal cerchio al quadrato e sa di non esserci riuscita. Nella gioia e nel dolore tu mio unico amore”

Un libro che mi ha colpita sia per lo stile dell’autore che per la caratterizzazione dei protagonisti. La storia riportata per forza di cose non lascia indifferenti. Carrino fa emergere dalle pagine sia la violenza e l’orrore delle guerre di camorra che i tratti salienti di ognuno dei protagonisti, adulti e ragazzi. Nelle descrizioni dei personaggi la penna dell’autore è lieve ed incisiva nello stesso tempo, lieve perché spesso poetica, incisiva perché di loro non nasconde nulla.

Grazie a Carrino e alla E/O per aver dato alle stampe un libro che consiglio caldamente.