La bellezza è sopravvalutata. La consideriamo per i suoi aspetti commerciali e agevolatori sia nel mondo degli affetti che in quello lavorativo. Bella presenza è uno slogan che ormai è diventato parte integrante del curriculum, insieme a giovane, automunito, poliglotta e super laureato. Eppure anche gli eccessi positivi, nella nostra società, non sono mai una qualità. Meglio mediocri. Massimo Cuomo ci propone un personaggio con un viso e un corpo bellissimi ma al tempo stesso vittima della sua straordinaria avvenenza per colpa del mondo, soprattutto quello familiare.
Si tratta di un maschio, Miguel, la cui sorte è segnata dal primo giorno della sua nascita, folgora gli sguardi presenti, sorprende e lascia senza parole chiunque. Tra tutti gli occhi in cui si specchia ci sono quelli del piccolo Santiago, il fratellino del tutto normale. Miguel è figlio di una donna brutta e di un padre cialtrone, ambizioso e frustrato. Chi ne farà le spese sarà proprio il piccolo, che verrà trasformato dal genitore in una specie di icona divina pronta per essere divorata dalle esistenze ordinarie del paese. Nel giro di poco tempo Miguel inizierà a condizionare la vita di tutti i personaggi, in particolare quella del fratello.
Ma il vero stupore di questo romanzo non risiede nella bellezza del protagonista. Piuttosto va cercato nella penna di Cuomo, che riesce a convincere con la sua visione. Il processo di immedesimazione è forte e permette alla storia di coinvolgere dall’incipit al finale inatteso. Bellissimo (edizioni e/o), ambientato in un Messico poetico e feroce, è un libro capace di trascinare lettrici e lettori in una dimensione simbolica e reale al tempo stesso, e di lasciare ciascuno felice della propria faccia, imperfetta e, per questo, meravigliosa.