A distanza di pochi mesi dall'uscita in Italia di Ninfee nere, Michel Bussi, l'autore francese di romanzi gialli più letto Oltralpe, torna in libreria con un nuovo bestseller. Lo scenario che sta sullo sfondo è una Corsica assolata, destinata, nel corso dei decenni, a lasciare alcune zone belle e selvagge della costa, in mano a nuovi imprenditori che le trasformeranno in residence di lusso. Anche Clotilde, la protagonista, è testimone del cambiamento. Già, perché lei andava da ragazzina in Corsica con la famiglia e ci è tornata a distanza di ventisei anni, ormai donna, con marito e figlia. Non è un caso questa lunga assenza: nel 1989, lei è miracolosamente sopravvissuta in un incidente che è costato la vita ai suoi genitori e al fratello. Ci sono voluti quasi trent'anni perché riuscisse a tornare su quello strapiombo a picco sul mare, per portare un fiore. E quella triste rimpatriata vissuta in solitudine - marito e figlia si godono la loro vacanza, quasi insensibili al viaggio di lei a ritroso nel do lore - la riporta a ricordi lontani, ad incontrare persone cambiate negli anni, a luoghi che stanno sconvolgendo la loro originaria bellezza. E in quel campeggio che l'ha vista oziosa adolescente ed ora donna in cerca di pace, arriva una lettera indirizzata a lei. La grafia, la firma, quei tratti noti possono essere solo di una persona: sua madre. Ma come è possibile visto che il suo corpo era statori composto straziato sugli scogli? Clotilde, sempre sola, è in preda a mille dubbi, alla ricerca di un perché. E anche incontrare di nuovo le persone che nell'89 erano in Corsica con lei, non aiuta a fare chiarezza, anzi. C'è chi pensa che quell'incidente sia la conseguenza di una manomissione, ma di chi? E perché? E, soprattutto, è vero? 1n un percorso che si snoda su due piani temporali - il 1989 da una parte, attraverso il diario più ritrovato della ragazza - e l'oggi, gremito di turisti più o meno noti, Michel Bussi ci offre un thriller diabolico, che, come un gioco di specchi, inganna il lettore fino ad un finale mozzafiato. Bussi, classe 1965, torna a giocare con il tempo, il mistero e la morte. Riconfermandosi un maestro dell'alchimia tra manipolazione, emozione e suspense.