I rapporti tra fratelli, dai tempi biblici di Caino e Abele, attraverso Romolo e Remo, e così fino a noi, sono sempre stati a dir poco complessi. E peggio va se uno dei due è clamorosamente bello, così bello da mettere in ombra la personalità e la stesa esistenza del meno bello. Se poi il narratore immerge la sua storia in un'atmosfera mitica, lontana dal nostro reale, i danni che i fanno reciprocamente i due fratelli, Miguel il bellissimo e Santiago il normale, sono anche più gravi. Ma la cosa più curiosa di questo romanzo è il fatto che l'autore, italiano, lo ambienta in Messico, e ci propone una sorta di finto Gabriel Garcia Marquez, sia come stile sia come temi. (...)