“Che tiene questo mare da stare così incazzato?”
Non lo volevo leggere, questo romanzo. Tanti commenti, recensioni, opinioni… Pensavo di essere troppo influenzata.
Poi, però, l’ho letto, e mi sono ritrovata in pagine completamente diverse da quelle che credevo…
Una trama di una crudezza sconvolgente, soprattutto se si pensa che non è pura invenzione. Un linguaggio moderno ed efficace; un napoletano ‘soft’, che fa sentire il lettore ancora più dentro la storia. Personaggi che prendono vita tra le pagine, che ti sembra di vederteli lì accanto, o di averli visti al telegiornale.
Questo romanzo ha tanti livelli di lettura, perché è una denuncia sociale (di camorra stiamo parlando), ma è anche la storia delle tante persone che dentro quella camorra ci vivono, ogni giorno. Non è certo il primo libro scritto su questo argomento, e non è nemmeno il primo che leggo. Io non la vivo, quella realtà o, almeno, non direttamente e in modo così esplicito; quindi, leggerne mi colpisce sempre molto.
Ciò che mi ha colpito di più, però, in “Alcuni avranno il mio perdono” è la sensibilità dell’autore; il fatto che sia riuscito a utilizzare l’amore di due ragazzi come pretesto per raccontare un mondo di persone che vanno sempre in giro armate, o con la guardia del corpo, o che in giro non ci vanno più, perché devono stare nascoste…e quelle persone lì, non sono mica così diverse da me: vivono affetti, amori, paure, insicurezze; sono lacerate dall’odio e dalle sue conseguenze, dal rancore e dalla vendetta.
Ci sono tante storie di odio, in questo libro e tante storie d’amore: amore tra amanti, ma anche amore materno e filiale, di generazione in generazione; e poi, ci sono le botte, le sparatorie, la cattiveria pura.
E c’è l’ingenuità di Antonio: un figlio che, in quel mondo lì, quello della camorra…si sente invincibile, perché protetto. E c’è l’ingenuità di una madre, Mariasole: ingenua, non come donna, non come capo clan, ma proprio come madre… perché ci sono cose da cui nessuno, nemmeno Mariasole Vient’ ‘E Terra, può essere protetto.
Mariasole è una figura così ben delineata, un personaggio così forte… un passato e una famiglia talmente ingombranti… che l’hanno resa quello che è… un eroe che, sì, potremmo definire negativo… eppure, è impossibile non adorarla, non idealizzarla.
Eppure questo, per me, è e rimarrà, il romanzo di Arturo “il resto di niente”. Un figlio senza padre, che cerca la famiglia che non ha mai avuto e si ritrova, come il lettore, a scoprire un mondo che credeva lontano… Ho sentito Arturo così vicino, l’ho sentito in modo così vero… con quella sua malinconia… Quante volte capita di immedesimarsi così tanto nel personaggio di un libro? Eh, non spesso… ma qui succede, perché Carrino ha un modo di scrivere che ti culla, ti imprigiona, ti trascina.
Denuncia, profondità, inquietudine.
Non credo che si possa chiedere di più a un libro.
Almeno, io, non chiedo niente di più!