'La scomparsa di Philip S.' è un libro che si muove al confine di tanti universi e che, seppur nella crudezza, lascia spazio all’intimità dei percorsi soggettivi.
Con La scomparsa di Philip S., Ulrike Edschmid scrive un libro che si muove al confine di tanti universi, che è capace di racchiudere in sé storia universale e personale e che, seppur nella crudezza e in alcuni tratti nella violenza, lascia spazio comunque all’intimità dei percorsi propri e soggettivi.
Philip S. muore in un parcheggio di Colonia nel maggio del 1975, ucciso dalla Polizia in un conflitto a fuoco. Sono anni difficili, per la Germania e per il mondo, e la storia di Philip S. è quella di tanti ragazzi che lasciano i propri affetti e la propria vita per seguire ideali di libertà, di anarchia. Ulrike Edschmid ci apre una finestra su un pezzo di storia, e lo fa quarant’anni dopo la morte di Philip, suo compagno. Lei diventa scrittrice distaccata ma nello stesso tempo protagonista, perché come un investigatore attento e lucido va in cerca delle tracce che il suo uomo ha lasciato. L’autrice è così a volte narratrice esterna alla vicenda ed altre volte diretta protagonista. La Edschmid ripercorre la strada e le tappe che hanno portato Philip S. alla clandestinità e, pagina dopo pagina, scopriamo che quella è stata anche la sua vita, la sua strada.
La scomparsa di Philip S. ha dentro tanti universi, dicevamo. Può essere considerato un testo di non-fiction (narra di fatti realmente accaduti attraverso il “filtro” soggettivo dell’autrice); uno sguardo sulla storia della Germania prima della caduta del muro; un testo sulla clandestinità e la lotta armata degli anni ’70; un infinito richiamo ad altri testi letterari che rappresentavano un vero e proprio “vangelo” per gli ideali dell’epoca; un diario personale in cui Ulrike Edschmid si mette a nudo, parlandoci dell’amore – e in questo caso del suo amore -, della morte, del dolore e della sopravvivenza. Ognuna di queste cose ha fatto parte della sua storia personale in quegli anni; ogni cosa ci viene raccontata in maniera toccante, diretta, asciutta, pulita, senza fronzoli, considerando il lettore come utente “pronto” a raccogliere pezzi di vita.
La scomparsa di Philip S. è un romanzo che segna il percorso della perdita di un uomo che decide di unirsi alla lotta armata e di vivere in clandestinità. Un romanzo che attraverso la storia di un uomo ci parla anche della storia della scrittrice stessa e di quella di un’intera generazione. Nella densità degli eventi, nella complessità delle ricostruzioni e dei giudizi, ciò che c’è di più chiaro è la forza dei ricordi, con i quali Ulrike Edschmid decide di fare i conti ad un certo punto della sua vita: un modo, forse, per tenere vicino ciò che non c’è più, per rispondere a tante domande non risposte, per andare avanti facendo un passo indietro.
Gli addii sono incomprensibili, come la morte.