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Imperdonabili destini

Autore: Piero Ferrante
Testata: Narcomafie
Data: 23 marzo 2017

Certi venti nemmeno le montagne possono fermarli. Nascono nelle zone dove non esiste conforto, sui massicci più impervi, nel centro dei deserti. Certi venti nascono dove l'uomo non è riuscito a dare un nome alla geografia e per questo vivono selvaggi, sordi a tutte le costrizioni, alle lamentazioni delle popolazioni, alle necessità delle religioni. Certi venti, o forse tutti i venti, non conoscono confini: nascono per soffiare, nascono per spazzare il mondo, nascono per pulire. E questo fanno. Soffiano, spazzano, puliscono.

Certi venti nascono nel mare. D'estate portano soddisfazione, d'inverno costringono i pescatori al freddo più freddo, quello che arrossa la faccia e sembra che si stacchino le orecchie.

Certi altri venti, poi, nascono per terra. Proprio come le piante. Magari non lo sappiamo, non l'abbiamo ancora scoperto, ma esistono semi di vento, affidati al volo di altro vento, semi che poi si piantano e che qualcuno aspetta spuntare, non sapendo che nessuno può vedere nascere il vento proprio come nessuno può arrestarlo.

Prendete a Mariasole Simonetti, per dire. Quella femmina è puro vento. Quella si chiama così ma per tutti è Vento 'E Terra. Vento di terra. Quando decide che deve soffiare, allora non ci stanno santi. E lei soffia. Il suo alito è potenza. Il suo alito è potere. Mariasole Vento 'E Terra è la regina di Napoli. L'hanno capito proprio tutte le famiglie. O quasi. Lei non si appaura se deve ammazzare un uomo, manco se è il suo stesso suocero. Nemmeno c'ha paura a farne fuori cento, come Cyrano alla porta di Nesde.

Nariasole c'ha pure un figlio, un venticiello, diciamolo così. Si chiama Antonio. Antonio è senza padre. La testa, a Giovanni Farnesini, suo padre, dice che gliel'hanno schiattata i suoi stessi parenti perché, signori miei, certe cose non si fanno nemmeno se sei uno importante nel giro del clan. No, non si possono fare. Che ne parliamo a fare.

Antonio vuole bene alla mamma. Però vuole anche controllare la paranza dello spaccio, pure se a Mariasole non è che vada proprio bene. Perché ad Antonio non bastano erba e fumo. Nossignore. Lui vuole prendere pure il commercio della bianca. Quelli sì che sono soldi veri. E con i soldi lui può fare i regali a Rosa, la sua fidanzata. Ma Antonio ha due problemi. Uno è che la coca la controlla 'O Ninno. L'altro che Rosa è la figlia di Maurizio Musso, e Maurizio Musso è il grande nemico di Vento 'E Tierra.

(...) Lo aspettavamo il ritorno al romanzo di Luigi Romolo Carrino. Il suo e quello di Mariasole. E puntuale, allo scoccare del 2017, eccolo, il suo nuovo libro si intitola Alcuni avranno il mio perdono e a pubblicarlo, come fu per La buona legge di Mariasole, sono le edizioni e/o nella collana Sabot/Age.

Un romanzo clamoroso, un libro che narra la vita e narra la morte, ambientato in una Napoli fragorosa e annichilita, imperiosa e misera, signora e sguattera, redenta e persa. Una Napoli tutto e niente, che puzza di piombo e puzza di sangue. Una Napoli che vive nei quartieri, si arrampica sulle saitelle, balla nelle feste trash, fuma canne e tira strisce, ascolta neomelodici. Una città popolata di anime senza pace, che guarda macerare i suoi figli, dannata com'è nel suo essere una via crucis di desolazione, un golgota dove condannati bambini sono costretti a portare in spalla croci per destino di famiglia o inchiodati al legno per aver sbagliato la parte di mondo dove nascere.

Alcuni avranno il mio perdono è un libro così forte da far male. La migliore opera narrativa mai scritta sulla camorra.

D'altronde Carrino non è una scoperta. È una conferma. Il suo libro è una conferma. La sua scrittura è una conferma. La sua inimitabile capacità di prendere le emozioni e condensarle in un frullato potentissimo sono una conferma.

Servono ore, servono giorni per provare a venire fuori dal turbinio di Alcuni avranno il mio perdono. Servono ore, servono giorni per scuotersi di dosso quella polvere sottile e fitta di sconfitta e dolore. E chest è.