Trilogia sporca dell’Avana, nell’ultima versione tascabile E/O, si divide in tre parti e contiene la Trilogia nella sua interezza. Alla prima parte “Senza niente da fare” seguono: “Ancorato alla terra di nessuno” e “Sapore di me”. Tre romanzi picareschi in salsa cubana, in cui il protagonista Pedro Juan racconta la sua esistenza marginale e le sue disavventure muovendosi in mezzo ad una umanità affamata, sensuale, superstiziosa, violenta, ma anche capace di grandi slanci di generosità e umanità.
Trilogia sporca dell’Avana: la trama
Pedro Juan è un 40enne ex-giornalista che vive su una terrazza un solar, all’ultimo piano di un vecchio palazzo con facciata in stile bostoniano che ormai cade a pezzi. All’interno di questi solar, che altro non sono che locali in parte abusivi ricavati all’interno di vecchi palazzi fatiscenti, vivono stipati dozzine di persone in pochi metri quadrati con bagno in comune.
P.Juan ha perso il suo vecchio lavoro di giornalista e vive di espedienti arrangiandosi come può con lavori ai margini della legalità, cercando di superare la miseria e la fame quotidiana. Il solo conforto che trova è nel sesso sfrenato, accompagnato spesso con la marijuana e l’immancabile bottiglia di rum scadente. Il contesto è quello della Cuba degli anni ’90, negli anni più neri della crisi seguiti al crollo dell’Unione Sovietica (storico sostenitore di una Cuba da anni sottoposta ad embargo) con la miseria dilagante e l’esodo di massa verso la Florida e flotte di disperati che affollavano il lungomare del Malecòn per cercare di raggiungere gli Stati Uniti a bordo di imbarcazioni di fortuna.
Contemporaneamente alla crisi del paese c’è quella personale dell’autore, il licenziamento, la fine del suo matrimonio e la caduta in miseria. Tutto questo non sembra spaventare Pedro Juan alla ricerca di quella felicità fuggevole di una giornata: una bottiglia di rum, una donna con cui fare sesso selvaggio e magari un po’ di buona marijuana da fumare. La povertà e il degrado sono ovunque ma per sopravvivere non ci si può fermare a pensare troppo, ma agire per cercare qualcosa da fare e procurarsi il minimo indispensabile per tirare avanti.
La povertà ha ridotto tutti alla fame, sia in città che in campagna la gente continua a dimagrire, e in poca hanno la forza e il sapone per darsi una ripulita. Il lerciume si accumula per le strade e sulla pelle di uomini e donne dell’Avana e dintorni, ma il ventre vivo di questa città e di questo paese continua a pulsare di una forza misteriosa e magica allo stesso tempo. La popolazione si divide tra chi sogna la fuga a Miami e chi si prostituisce coi turisti, tanti diversi racconti uniti da un filo rosso fatto di sesso, violenza, tradimenti e disperazione.
Che cosa ci lascia Gutiérrez in Trilogia sporca dell’Avana
Lo scrittore in una narrazione quasi autobiografica introduce il lettore nei bassifondi dell’Avana in mezzo agli odori, ai sapori, al sangue di una città disperata, dove si ritrova di tutto: artisti, ex spie naziste, prostitute, spacciatori, venditori di secchi di ferro, di carne e fegato di maiale (che poi si scopre preso dai cadaveri del cimitero).L’arte di arrangiarsi spinge a soluzioni impensabili e lo stesso protagonista svolge ogni tipo di lavoro; dal manovale allo spazzino, dal maestro di musica cubana al gigolò, finendo spesso nei guai e anche in carcere.
Una serie di personaggi incredibili eppure reali, raccontati con lo stile inconfondibile dell’autore cubano: crudo, cinico, spietato, carnale, malinconico, sensuale, torbido, e irriverente ma mai arrendevole… questo il ritratto di Gutiérrez della sua splendida Cuba. Trilogia sporca dell’Avana è consigliato a chi ama le emozioni forti e vuole scoprire la vera anima popolare di Cuba al di là dei soliti cliché turistici.