Pamela Paul, responsabile della prestigiosa "New York Times Review of Books" e della sezione libri del "New York Times", spiega in un'intervista a ilLibraio.it perché vale ancora la pena leggere le recensioni dei critici professionisti nell'era del passaparola sui social e parla, tra le altre cose, del maschilismo nel mondo della cultura, del successo di Elena Ferrante oltreoceano e dell'interesse negli Usa per gli autori italiani contemporanei (citando il nuovo libro di Domenico Starnone)
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Recentemente il NYT cercava un corrispondente culturale dall’Europa. Quanto è importante per gli Usa l’influenza della cultura europea anche in riferimento alla letteratura?
“Siamo un quotidiano globale e speriamo di interessare anche i lettori europei. Siccome viviamo in un mondo globalizzato è inevitabile che anche la cultura lo sia; per questo motivo per noi è importante coprire temi europei. Nel caso dei libri, ci interessa quello che si legge in Europa e puntiamo a raccontare anche le voci che provengono da quei luoghi. Non è un caso che un’autrice italiana sia una delle più lette e discusse negli ultimi anni qui in America”.
Si riferisce naturalmente a Elena Ferrante. Come spiega l’interesse dei lettori americani per i suoi libri?
“Trovo interessante vedere che cosa supera i confini statali, a livello culturale. Ci sono autori americani molto influenti all’estero, che però qui non sono per niente conosciuti; lo stesso succede con serie TV e film. Per quanto riguarda Elena Ferrante, credo ci siano stati un insieme di fattori, dalle recensioni favorevoli al passaparola. Inoltre siamo nell’età dell’oro delle serie TV e un’opera in più volumi ha in parte ricreato quello che il pubblico cerca: personaggi che restino per un po’”.
Grazie al successo dei romanzi della Ferrante, è aumentato l’interesse per gli autori italiani contemporanei?
“I libri sono capaci di aprire nuovi mondi: dalla mia esperienza personale so che quando si legge un’opera che ci interessa di un certo autore o su un certo luogo, poi se ne cercano altri simili. Vuoi restare in quel mondo. Ora sta uscendo un nuovo libro di Domenico Starnone, probabilmente avrà successo”.
Un tema molto discusso è quello del “maschilismo” nel mondo culturale. Pensa che negli ultimi anni sia aumentato il numero di firme femminili tra i critici letterari, in particolari nelle grandi testate?
“In America, e non solo, le donne sono lettori più forti degli uomini e anche in editoria, da anni, lavorano tantissime donne. Quello che sta accadendo ora è che stanno iniziando a dare più importanza ai loro gusti e alle loro aspettative, piuttosto che a quelli di un mercato improntato sulle richieste dell’uomo bianco medio. E questo ha un’influenza anche sulle recensioni”.