Ho una storia da raccontare. E’ un tortuoso intreccio di persone che girano ancora una volta intorno a Piccola Osteria senza Parole, con un lieto fine a sorpresa, e mi sembrava bello dargli luce. Proverò a farlo nel modo più lineare possibile.
Circa due anni fa, a maggio, scopro una recensione al romanzo su un blog intitolato La Lettrice Rampante. E’ una dedica entusiastica al libro da parte di Elisa Ponassi che, fra l’altro, dice che le è venuta voglia di giocare a Paroliere, di mangiare il Piedone, di offrire a qualcuno un pezzo di torta e di ballare l’hully gully.
Molto più tardi succede un altro fatto. Vengo a conoscenza della nascita di una nuova casa editrice, si chiama NN Editore. Sbircio il loro sito provando la sensazione che sia un bel progetto: per la scelta delle parole usate nel raccontarsi, per i colori e le immagini e per altri piccoli dettagli oltre naturalmente che per le copertine e i libri che pubblicano. Penso che leggerò qualcosa di loro, prima o poi (e in effetti sarà così).
Arriva dicembre scorso, fine 2016. Ricevo una mail da un lettore, si chiama Luigi. Mi aveva già contattato in passato, dopo aver letto la Piccola Osteria, per avvisarmi che stava cercando Scovazze aggirandosi per la campagna veneta. Stavolta invece mi scrive per un motivo molto più semplice: è iscritto alla Newsletter di NN Editore, vuole farmi leggere l’ultima, l’ha appena ricevuta, e me la inoltra.
Così scopro che NN Editore ha inviato ai suoi lettori questa Newsletter dal titolo I nostri libri dell’anno in cui ciascun collaboratore della casa editrice racconta del libro (qualsiasi libro!) che nei mesi precedenti lo ha colpito di più. Tradotto: c’è una casa editrice in Italia che dà voce ai propri collaboratori per parlare ai propri lettori dei libri degli altri. Esatto, degli altri. Mentre ci rifletto mi risalgono in mente l’atmosfera, i sorrisi e gli abbracci nel video del book-party di presentazione della casa editrice (sempre sul loro sito). Non si trattava dunque soltanto di un montaggio efficace.
Nella Newsletter c’è una recensione appassionata a Piccola Osteria, scritta da Luca Pantarotto che di NN è Social Media Manager, anzi Social Media Qualche Cosa come si definisce lui. Legge soprattutto autori americani ma si è lasciato conquistare dagli avventori del Punto Gilda. Così gli scrivo a mia volta per ringraziarlo e faccio una scoperta che rende, più di tutto, questa storia una storia da raccontare.
Poco più di sei mesi fa Luca ha ricevuto il libro in regalo da un’amica che parlandogli di Piccola Osteria senza Parole lo ha definito “uno dei più belli letti in vita mia” e che evidentemente gli stava parlando anche di se stessa, come sempre si fa quando si regala un romanzo che si è amato. Quell’amica si chiama Elisa Ponassi, è la stessa che due anni prima aveva raccontato del romanzo nel suo blog.
Il lieto fine? Eccolo. Fra i campi di grano di Scovazze, Elisa e Luca hanno scoperto un sentimento che prima non c’era: da qualche tempo sono diventati una coppia. Vivono insieme. Mi ha detto Luca che la colpa è di Carnera e Silvana Rasutti, di quel rapporto speciale fatto di tanti gesti e pochissime parole in cui si sono riconosciuti. Mi ha detto anche che Elisa ha provato, senza riuscire, a fargli ballare l’hully gully.
Credo che cercherò di rintracciare Luigi, domani, per raccontargli questa storia. Se non si è perso per sempre nella campagna, da qualche parte, cercando di trovare Scovazze.