L’arcipelago toscano del Giglio e una sua isola, una famiglia matriarcale e due sorelle (“Tu continente, io isola minore”, dirà Teresa alla sorella maggiore), la loro crescita, i loro cambiamenti, le loro abitudini, la loro formazione familiare, politica e sentimentale raccontata in quarant’anni, dagli anni Settanta ai nostri giorni. Nel mezzo, c’è anche la protesta della popolazione gigliese quando arrivarono al confino i terroristi (Franco Freda e Giovanni Ventura) accusati della strage di piazza Fontana. E’ stato uno dei libri dell’estate passata, ma ve lo consigliamo anche adesso questo bell’esordio della Pieri che per lungo tempo ha fatto la editor e che, in qualche modo, come la sua protagonista, ha lasciato la sua isola (il Giglio, appunto) per New York. Come lei, però, sa benissimo che ogni tanto bisogna tornare, perché l’isola ti regala un’infanzia dorata, fatta di libertà e fiducia, un senso infinito di sicurezza e di protezione, oltre ad uno straordinario rapporto con la natura che non sempre è facile provare altrove. A Teresa, e a tante come lei, manca “un contorno nitido”, quel qualcosa che le accomuna “con lo scivolar via dell’acqua o il mutare del paesaggio al vento”. Pensare a “L’Isola di Arturo” o a “Gita al Faro” è legittimo e quasi scontato, ma questa è un'altra storia, e ve ne accorgerete voi stessi leggendola. Poetico ed entusiasmante.