Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

"In bilico sul mare": precarietà e poesia secondo Anna Pavignano

Autore: Michela Trigari
Testata: Inail.it
Data: 8 luglio 2009

L'ultimo romanzo della scrittrice/sceneggiatrice racconta gli amori e le amicizie di Salvatore, per sei mesi barcaiolo e per altri sei muratore. Un ragazzo che appena, arrivano le belle giornate si licenzia dal cantiere: tanto non ha nessun contratto. Dal libro verrà tratto il nuovo film di Alessandro D'Alatri

"Spesso fanno un lavoro nero. La morte però la chiamano bianca. Secondo me è sbagliato, perché bianca è una sposa tutta felice. Si deve trovare un altro colore. Forse marroncina". Un pensiero profondo detto con parole semplici, come semplice e profondo è Salvatore, il protagonista di "In bilico sul mare", l'ultimo romanzo di Anna Pavignano (edizioni e/o). Una storia d'amore e di amicizia, di lontananza e di vicinanza, di vacanze e di mestieri, di partenze e di ritorni, ma anche di casa e di famiglia. Una storia che racconta di una vita con "un lato estivo e un lato invernale, come i materassi", come dice Salvatore. E anche se questa storia "è frutto della fantasia", scrive l'autrice, che per varie volte è stata anche la sceneggiatrice dei film d Massimo Troisi, "esistono giovani che vivono in località costiere o sulle isole italiane e che conducono una vita di mare e una di cantiere", una vita da barcaiolo e una da muratore. Una vita in cui appena arrivano le belle giornate "mi licenzio tanto non ho nessun contratto". Scritto in prima persona con il linguaggio "involontariamente" poetico di chi ha fatto per tre volte la prima superiore e poi ha lasciato perdere gli studi per prendere la patente nautica e portare in giro i turisti, "In bilico sul mare" è una sorta di finestra sui pensieri del suo protagonista.

Uno stralcio della vita vissuta da un giovane che, a vent'anni, ha già l'esperienza del doppio lavoro, l'inesperienza delle prime vere "cotte", l'incoscienza del pericolo e la fatalità del caso. Dove anche l'amicizia ha un doppio volto: quello più scanzonato di Tonino "Capa di ciucco" e quello più inconsueto di Atanganà, in Italia senza permesso di soggiorno. Fino al giorno in cui l'angelo custode non c'è più. Anna Pavignano, torinese di nascita, ha scritto per il teatro, la radio, il cinema e la tv. Il suo primo film è "Ricomincio da tre" (1981), il grande successo di Troisi, cui sono seguiti "Scusate il ritardo", "Le vie del Signore sono finite" (di cui è stato pubblicato il romanzo omonimo), "Pensavo fosse amore e invece era un calesse" e "Il Postino", con cui ha avuto la nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Inoltre ha firmato la regia dello speciale televisivo "Il caso Moro". Più recentemente ha sceneggiato "Malefemmine" di Fabio Conversi e "Amore con S maiuscola" di Paolo Costella. Ma il film più conosciuto al grande pubblico è sicuramente "Casomai" (2001) di Alessandro D'Alatri, con Stefania Rocca e Fabio Volo. E sempre D'Alatri a settembre inizierà a girare le riprese di "Sul mare", la sua nuova pellicola tratta proprio da "In bilico sul mare".