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Giglio, punto di partenza e di arrivo

Autore: Annarita Paliani
Testata: Leggere tutti
Data: 12 dicembre 2016

Già autrice del memoir Molto grossa, incredibilmente vicina (Ed. Doppio zero) Lorenza Pieri con Isole minori, (E/O). il suo primo romanzo, ha vinto il premio Capalbio 2016.

Quaranta anni di storia, attraverso due avvenimenti, abbraccia questo bellissimo libro di Lorenza Pieri. Un episodio che nessun libro di storia riporta e che in pochissimi sanno: nel 1976 i due imputati della “Madre di tutte le stragi”, quella di Piazza Fontana a Milano, Freda e Ventura, vengono mandati in soggiorno obbligato all’Isola del Giglio, con le conseguenti proteste degli isolani e turisti, blocco del porto e la paradossale condanna dei manifestanti. L’altro evento è quello del gennaio 2012, il terribile naufragio della Costa Concordia.

L’autrice, che ha passato l’infanzia al Giglio, in questo sua prima prova incastra nei due eventi storici la storia di una famiglia dove la voce narrante è la piccola Teresa, figlia “minore” di una mamma “spaventosamente di sinistra”, di un padre goffo don Giovanni, con una nonna partigiana che ha visto morire il marito e cresciuto da sola, con mille difficoltà, Elena detta la Rossa. Teresa ha una sorella maggiore, Caterina “bella e naturale”: Teresa si sente isola minore. Nonostante una infanzia “con gli incubi pieni di uccelli e vessata da una sorella maggiore e ignorata dai genitori, la mia era stata un infanzia felice”.

“Avevo avuto la fortuna di passare il tempo con il mare come orizzonte circondata da una cintura di sicurezza liquida”. Sentiamo attraverso Teresa i profumi dell’isola selvaggia, del mare cristallino, la pelle bruciata sottratta ad ogni crema solare. Ma Lorenza Pieri con grazia e con uno stile che va dritto al cuore ci parla di crescita, di quel difficile e doloroso passaggio dall’infanzia all’adolescenza e del diventare infine adulti.

C’è una descrizione struggente ma che con matematica precisione entra dritta nel cuore: “Chi lo dice che si cresce senza accorgersene? Che il processo è invisibile e a un certo punto ti ritrovi diverso?

Forse è così per i maschi. Per le femmine no che non è un passaggio lento e impercettibile ma un avvenimento concreto e di un giorno di un anno preciso, quel secondo in cui il sangue comincia ad uscirti da dentro, così, da solo, senza ferite, senza avvertimento dalla vita perché, forse lo sapeva che avrei frenato con tutte le mie forze per non uscire dall’infanzia e non ci avrei creduto mai che bastavano i vestiti dell’anno prima che mi stavano piccoli per dirmi che ormai ero grande”. Distacchi dalle persone amate, dai luoghi dove si è nati, dove a volte si vorrebbe fuggire per poi tornare a vivere la propria vita. Isola nell’isola E con altrettanta precisione matematica ci racconta “Inseguivo l’idea che per un padre perso mi spettasse un figlio guadagnato, qualcuno da amare, ricambiata come se la vita e la morte fossero un gioco a somma zero”. E così si rimane abbacinati da una mare limpido come è limpida Teresa che, con la maternità, abbandonerà per sempre quella sua minorità, il suo rendersi invisibile, il suo sentirsi inadeguata allo stare al mondo: “Adesso ero io che contavo per prima”.

Ci sono libri belli perché sono belli, altri che rimangono sullo scaffale della libreria ma questo intenso romanzo ha la capacità di inchiodarti fino alla fine senza retorica, senza abbellimenti se non quelli di una scrittura nitida e profonda che ti rimane addosso come un vestito su misura.