23 agosto 1989. Clotilde si ritrova in macchina con il fratello Nicolas, la madre Palma e il padre Paul. Sono le 21:02 ed è la notte di Santa Rosa e si stanno dirigendo a sentire il concerto di un gruppo molto importante che per la prima volta suona in Corsica, quando la Fuego rossa su cui stanno viaggiando tira dritto a una curva e finisce nello strapiombo. Palma, Nicolas e Paul muoiono sul colpo, mentre Clotilde sarà l’unica sopravvissuta.
Agosto 2016. Dopo 27 anni da quando è rimasta orfana Clotilde decide di tornare in vacanza in Corsica, ad Arcanu, nel paese originario del padre dove vivono ancora i nonni e i parenti.
Ovviamente decide di andarci con la sua famiglia, ovvero il marito Franck e la figlia Valentine.
Appena arrivano in Corsica la sua prima tappa è andare a portare dei fiori sul luogo dell’incidente per metabolizzare la cosa e superare l’ansia che la zona le provoca.
Il soggiorno lo passano al Camping del Tritone, il campeggio dove soggiornava da piccola. Anche se il boungalow non è lo stesso, appena vi si sistema iniziano a succedere molte cose strane. All’inizio le spariscono i documenti, poi riceve una lettera scritta con la calligrafia della madre morta che le chiede di mettersi alla sera, quando sarà a cena dai nonni, sotto al leccio così che lei possa vederla. Clotilde inizia a pensare di essere impazzita e quando prova a parlarne con Franck, invece di trovare man forte e sostegno, viene accusata di pensare solamente al passato, di star dando fuori di testa e di non voler assolutamente prendersi cura e preoccuparsi del marito e della figlia. Clotilde però non può smettere di indagare, in fondo sta parlando della sua famiglia.
Romanzo spettacolare, molto profondo e completo.
Come oramai siamo stati abituati dai precedenti romanzi, ritroviamo tutta la capacità di Bussi di manipolare la realtà e i fatti in modo da portare il lettore alla confusione più totale, ma nello stesso tempo catturarlo in una tela da cui non si può liberare, e da cui non si vorrà liberare fino alla fine del romanzo dove troverà i grandi colpi di scena a cui è abituato che spiegheranno qualsiasi enigma a cui non sarà riuscito a trovare risposta durante la lettura. Ovvero a qualsiasi, visto che Bussi non darà mai la possibilità di trovare risposte prima della fine, perché gli piace sconvolgere il lettore e stravolgerlo con rivelazioni inimmaginabili.
Come sempre le descrizioni sono particolareggiate e molto spazio viene dato ai pensieri, ai sentimenti e alle emozioni, specialmente di Clotilde, che ritroviamo bambina di quindici anni attraverso le pagine del suo diario, e da adulta rivivendo giorno per giorno la sua vacanza che ripercorre esattamente le stesse giornate passate da ragazzina.
Un romanzo che sa conquistare, sa colpire e sa stravolgere la mente, lasciando alla fine solo la voglia di poter prendere un altro romanzo dell’autore per rimmergersi nel suo stile unico.