La prima volta che vidi il romanzo in libreria, guardando la copertina e il titolo non mi sentii minimamente attratta e nemmeno mi azzardai a sbirciarlo velocemente per capire di che cosa parlasse. Un classico esempio del non valutare un libro solo dalla copertina.
Sono stata subito coinvolta nella storia della famiglia Santamaria vista dagli occhi di un bambino prodigio che cresce, perché nelle sue parole e nei suoi gesti possiamo riconoscere molte delle sensazioni ed emozioni provate nel corso della nostra vita. L’autore ha dato veramente il meglio di sé con questa narrazione leggera, ma piena di riferimenti alla quotidianità arricchita dall’immaginazione più fervida.
Un libro che mette in scena personaggi realizzati alla perfezione, tanto da poterseli figurare in carne, ossa e sentimenti.
Difficilmente riuscirete a non ridere, piangere o sognare, dal momento che il coinvolgimento è più che assicurato: un libro così è quello che tutti dovrebbero leggere e in molti avrebbero voluto scrivere, perché non gli manca proprio nulla.