Presentati nel risvolto di copertina come racconti, questi testi in prosa, scritti tra la metà degli anni Novanta e il 2003, si distinguono, in realtà, per varietà tematica: si tratta di appunti di diario, esercizi stilistici, reportage di viaggio, resoconti di vita coniugale, sempre accomunati dalla profondità introspettiva e dalla particolare saggezza e simpatia umana che contraddistinguono la scrittura della Wolf. La prosa della scrittrice tedesca sembra del resto voler sfidare lasserzione di E.L. Doctorow, riportata dalla stessa Wolf nellultimo scritto della raccolta, Giovedì 27 settembre 2001: «Nessuno scrittore è in grado di restituire la consistenza reale della vita vissuta». Eppure, proprio questa sembra essere la nobile ambizione della Wolf: ricreare sulla pagina la trama banale, eppure preziosa, della vita comune, scandita dalla ripetitività dei gesti quotidiani, intessuta di turbamenti psicologici, speranze, ansie, ricordi, e riscaldata dagli affetti familiari e dalle amicizie.
Gli scritti di questa raccolta mostrano con quale profondità di pensiero lautrice riesca a raccontare incontri, episodi e spaccati di vita quotidiana senza mai cadere in quel calduccio piccolo-borghese e in quel kitsch melenso che insidiano gli scritti incentrati sulla quotidianità. Il volume si compone di quattro parti: nella prima trovano spazio «Nella pietra», assemblaggio di ricordi, associazioni di idee, percezioni esperiti dallio narrante durante e dopo un intervento in anestesia locale, nonché una variazione sul tema del colore azzurro; la seconda raccoglie racconti di viaggio, ricavati dal lungo soggiorno a Santa Monica nel 1992 a cui seguono, nella terza sezione, due teneri, umanissimi e ironici ritratti di vita coniugale. In chiusura, le pagine diaristiche di Giovedì 27 settembre 2001 (ideale prosecuzione di Un giorno allanno. 1960-2000) in cui una normale giornata di lavoro intellettuale e di incombenze domestiche si dipana sullo sfondo delle apprensioni per il terrorismo e per lirredimibile disordine del mondo.