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La zona grigia, la ‘ndrangheta, il narcotraffico

Autore: Piero Ferrante
Testata: Narcomafie
Data: 20 luglio 2016

Con Prima di dirti addio si conclude la saga del commissario Biagio Mazzeo. Un lungo, spesso doloroso cammino letterario cominciato quattro anni fa, nel 2012, quando Piergiorgio Pulixi scrisse e le edizioni E/O pubblicarono Una brutta storia. Un romanzo spietato, quello. Cinematografico nel linguaggio, giornalistico nei contenuti. Duro come un diamante nero. Corruzione, droga, affari, violenza. C’era tutto, allora. C’è tutto ancora oggi. Passato il tempo, e usciti La notte delle pantere (2014) e Per sempre (2015), Pulixi non ha modificato tematiche e modo di raccontare la realtà. No. Ha affinato il tutto. Senza un grammo di retorica, senza un filo di barocco, senza scarabocchi e ghirigori, senza smarrimenti d’inchiostro nelle nebbiose steppe dell’oratoria, ma con una commistione spettacolare di action, pulp, thriller, noir e hard-boiled, lo scrittore cagliaritano ha raccontato una storia che è un insieme di molti destini, dove le anime nere spadroneggiano, confondendosi abilmente in un mondo a rotoli.

E così la guerra ai cartelli del narcotraffico si intreccia con le connivenze politiche, broker e avvocati pasteggiano avidi in quella terra senza frontiera che è la zona grigia, mafie e governi contrattano il male minore. Italia, Colombia, Inghilterra, Stati Uniti, Messico: Pulixi descrive un mondo sotto scacco dei re delle mafie.

Un libro, Prima di dirti addio, che legge e denuncia le storture del sistema, individuando e schiarendo quelle crepe sociali dove s’infiltrano, subdoli, gli spifferi del malaffare. Un libro scomodo come una sedia con una gamba traballante, di quelle che ti danno sempre la sensazione di vuoto, lasciandoti addosso la percezione della caduta. Un libro palpitante, che va a pescare nel mare delle emozioni estreme. Merito anche di personaggi memorabili, fabbricati nel fuoco e impressi nella rabbia. Giusti o sbagliati, ma tutti con il loro carico di errori. Biagio Mazzeo in particolare sta oggi al noir italiano come Fabio Montale sta a quello francese.

Nel suo stile unico e riconoscibilissimo (che ne fa il vero e solo erede di Massimo Carlotto) cui aggiunge a piene mani un’umanità spesso furente, Pulixi ha forgiato un romanzo martellante, da overdose adrenalinica. Gli occhi si inchiodano alla carta, il corpo esce da se stesso per trasferirsi nel mondo abitato dai suoi personaggi. Tutto provoca dilatazione dei bronchi, aumento della frequenza cardiaca e del volume sistolico, deviazione del flusso sanguigno verso i muscoli, il fegato, il miocardio e il cervello, aumento della glicemia. Basta un fiato, il rumore della pagina che gira, e scende giù una cascata dal cervelletto. Adrenalina. Si sbanda, si perde l’equilibrio, si resta confusi. Potere di una letteratura che è contropotere. Potere di Biagio Mazzeo e del suo branco. Potere di Piergiorgio Pulixi.