Dalla trasformazione dei capannoni industriali dimessi in sale da gioco o locali per soli adulti alla difficile integrazione dei numerosi immigrati che vivono nella zona; dalla desolazione di un territorio dilaniato dalla crisi al ricordo della brutale violenza sessuale subita da una ragazza dal branco davanti al proprio fidanzato (avvenuta realmente nel 2009) . E’ questo lo sfondo sul quale si muovono i personaggi del romanzo noir «I pregiudizi di Dio» dello scrittore e sceneggiatore Luca Poldelmengo, pubblicato dalle Edizioni E\O per la collana Sabot Age, ambientato nella cosiddetta Tiburtina Valley o - meglio - in quel che resta del distretto industriale caduto in disgrazia ormai da diversi un anni.
La trama e i luoghi
Un libro avvincente, ma duro per le tematiche che affronta. La trama ruota intorno alla scomparsa di una donna. Le indagini sono affidate a Andrea Valente, commissario del locale posto di polizia alle prese con problemi familiari e anche di salute, affiancato dall’ ispettore capo Marco Alfieri, che nasconde un terribile segreto, e da Francesca Ralli, commissario della mobile, ex amante e grande amore corrisposto ma rimasto incompiuto. Le vicende personali si intrecciano con gli sviluppi dell’inchiesta e dal racconto serrato delle indagini emerge un libro nel libro, che tratteggia con grande realismo lo stato di decadimento della Tiburtina Valley e della Valle dell’Aniene. Nel solco della tradizione del noir mediterraneo, l’ambientazione diventa parte stessa del racconto, regalando ai lettori - oltre al piacevole intreccio poliziesco - una sorta di reportage sull’hinterland metropolitano ai tempi della crisi.