Avete presente quei libri appassionanti, quelli che ripercorrono la storia di intere generazioni di una famiglia, partendo dalle origini e arrivando fino ai giorni nostri, racchiusi in quei bei tomi pesanti, che le persone che come me, che amano leggere sui mezzi o nei momenti morti della giornata, si trascinano dietro nonostante il loro peso, giocandosi completamente le spalle? Ecco, “La strega nera di Teheran” è proprio uno di quelli.
Se proprio questo non vi basta, sappiate solo che è ambientata tra l’Iran e gli Stati Uniti, con tanto di caduta dello scià e conseguente fuga di alcuni personaggi, che ci sono elementi magici, anche se in giusta quantità, e che il tutto è tenuto insieme dalla ricerca del colpevole per l’assassinio di uno dei protagonisti.
L’opera di Gina Barkhordar Nahai trasporta il lettore in una sorta di saga familiare coinvolgente e affascinante, da cui è impossibile scollarsi. Lei, nata nel 1961 in Iran, ne è scappata poco prima della rivoluzione islamica del 1979 e ora risiede a Los Angeles.
Il libro è stato tradotto dall’inglese, lingua originale del romanzo, da Carla de Caro e pubblicato l’anno scorso da Edizioni E/O.