Con L'eleganza del riccio, best seller mondiale da sei milioni di copie vendute in tutto il mondo, in Italia pubblicato dalla casa editrice e/o, Muriel Barbery si è fatta conoscere e amare dal grande pubblico. Nove anni dopo quell'esperienza "tourbillante", come spiega all'HuffPost, torna nelle librerie italiane con romanzo realistico ed onirico insieme, Vita degli elfi (e/o, traduzione di Alberto Bracci Testasecca), una fiaba particolare sull'animo umano. Protagoniste sono Maria e Clara, due ragazzine che grazie al loro talento artistico e al forte legame con la natura - la prima è nata e cresciuta in Borgogna, la seconda in un piccolo paese dell'Abruzzo vicino al Gran Sasso - riusciranno a rendere possibile l'unione degli umani con il regno del soprannaturale. Sulla Terra come nel mondo delle Brume, dove vivono gli elfi, si assisterà ad uno scontro tra le forze del bene contro quelle del male, il mondo rischia di essere annientato e solo loro potranno fermare questa catastrofe.
Dopo la storia della portinaia-filosofa Renée, protagonista de "L'eleganza del riccio", una storia completamente diversa in cui attraverso il genere fantasy esprime le sue opinioni sulla musica, sulla natura, sulla e la narrazione.
Come mai questa scelta?
Avevo bisogno di pensare ad altro, di fare altro, qualcosa di nuovo e di estremamente diverso da quello fatto in precedenza. Per questo ho deciso di scrivere questa storia sul mondo degli umani mettendolo a confronto con quello degli elfi, due mondi molto più simili di quanto si possa immaginare. Ho deciso di scrivere una storia molto lontana da me e dal mio modo di pensare, mi sono voluta mettere in gioco ed è andata credo bene, tanto che a breve, in Francia uscirà il secondo capitolo del libro molto più ricco di azione rispetto a questo perché ci sarà la guerra.
Quando il libro è uscito nel suo paese, lo scorso anno, sono stati in molti a dire che non poteva essere classificato in un genere preciso... Questo è vero, sono d'accordo, anche perché non mi sono mai piaciute le classificazioni di romanzi per genere. Non voglio mettere questa mia storia in una categoria. Ho voluto raccontare una storia sul misterioso linguaggio della natura oltre che sui rapporti umani, e per farlo ho cercato di renderla il più musicale e poetica possibile.
Da dove nasce l'ispirazione?
In questo caso è giusto parlare di ispirazioni. Ho iniziato a pensare a questa storia ad Amsterdam: iniziai a parlarne a mio marito che rimase subito entusiasta ed è stato lui a dirmi che dovevo raccontarla. Anche se prima di pensarla non c'ero mai stata, il Giappone c'entra in qualche modo con questa storia perché il mondo della natura di cui parlo nel libro prende ispirazione da un giardino giapponese in cui tutto è perfetto e studiato. Poi, sono rimasta conquistata da un paesino vicino al Gran Sasso, in Abruzzo: si chiama Santo Stefano di Sessanio, lo conosce?
Non ci crederà, ma lo conosco benissimo, perché lì passavo i miei week-end durante l'infanzia...
Davvero? (ride, ndr). È incredibile tuto questo! Come è incredibile quel paesino dove adesso ho degli amici veri e dove mi piace tornare appena posso, abbastanza vicino a Roma e facilmente raggiungibile. Ho deciso che una delle mie protagoniste, Clara, doveva vivere proprio di quel posto magico.
A proposito di gente d'Abruzzo, nel libro scrive che "la gente di quelle terre non è solo scolpita da vento e neve in spigoli di roccia dura, è anche plasmata dalla poesia dei propri paesaggi...", ha avuto conferma stando lì?
Non posso dire di conoscerli benissimo, ma per il tempo trascorso da quelle parti, credo che in qualche maniera si avvicinino molto a questa descrizione.
L'Eleganza del riccio ha avuto una trasposizione cinematografica grazie alla regista Mona Achache. Questo e il successivo l'avranno?
Per ora non è previsto ma non è da escludere...data, però, la lunghezza delle due storie, forse sarebbe meglio una serie tv, ma staremo a vedere...