Salvatore, il protagonista del romanzo In bilico sul mare di Anna Pavignano (e/o, 139 pagine, 14 euro), ha una vita «con un lato estivo e uno invernale, come i materassi». Destate vive con la famiglia sulla sua isola, «uno sputo di terra in mezzo al mare». Possiede una barca bianca e azzurra con la quale porta in giro i turisti. In questo luogo del Sud dItalia la vita è regolata dal mare e ciò contribuisce a una cultura permeata da un fatalismo atavico.
«Nella mia famiglia dice Salvatore ci siamo sempre accontentati di essere ciò che siamo». Dinverno Salvatore lascia lisola per lavorare nei cantieri edili del continente. E si misura con una cultrura assai diversa, dominata dallansia del profitto che porta allo sfruttamento delluomo sulluomo. Qui il romanzo ci cala nellattualità del lavoro nero, delle morti bianche, del razzismo. Salvatore sembra riuscire a navigare fra questi due mondi, pur essendo tuttaltro che impermeabile, finché nella sua esistenza non irrompe Jessica, ragazza genovese della media borghesia, con la quale vivrà una sofferta storia damore: perché lei appartiene appunto a quel mondo nel quale non ci si accontenta, anche al presso di sacrificare i sentimenti. E a questo punto Salvatore non riesce più a barcamenarsi, qualcosa si inceppa nella sua mente. E il conflitto fra queste due culture il cuore del bel libro di Anna Pavignano (nella foto di Salvatore Iorio) e la voce della protagonista ce lo racconta con un linguaggio leggero, creativo, ironico e al tempo stesso venato di melanconia.