Nel romanzo di Lorenza Pieri, Isole minori (e/o), ci sono proprio cascata, per riemergere solo a lettura finita. Mi ha subito conquistata il suo mix di racconto familiare, storia marinara, specchio di un’epoca. Il perno intorno a cui tutto gira è l’isola del Giglio, teatro di un’infanzia avventurosa e nella maturità rifugio nei periodi di crisi. Teresa, l’io narrante, è la figlia “buona”, in contrapposizione alla maggiore Caterina, “la cattiva”, quella che non rinuncia mai a fare polemica; il rapporto tra le due, strettissimo quando sono piccole e la seconda pende dalle labbra della prima è raccontato con un’evidenza fisica, con grande capacità di aderire ai dettagli. I genitori delle due ragazze sono approdati al Giglio per una breve vacanza, se ne sono innamorati e sono rimasti lì a gestire un albergo, anche se Vittorio è di mestiere veterinario e La Rossa, sua moglie, ha una laurea in economia. L’evento con cui si apre la narrazione è la decisione del governo italiano di mandare sull’isola Freda e Ventura, imputati per la strage di Piazza Fontana: Caterina, facendo sua la battaglia materna per rimandarli indietro, li battezza “Freddeventura”, ne fa un mostro adatto a spaventare la sorella e riesce persino a farsi dare uno schiaffo da uno dei due. La Storia entra nel libro varie volte: c’è il passato sconvolgente di Nonnalina, che ancora ragazza ha visto uccidere il marito dai fascisti, e nelle ultime pagine c’è il naufragio della Concordia e lo straordinario sforzo degli isolani per soccorrere i passeggeri. Tra il 1976 e il 2012 Teresa abbandona l’isola con madre e sorella (la causa scatenante è la relazione del padre con la giovane dottoressa, ma il rapporto era in crisi da tempo), frequenta il liceo a Orbetello e l’università a Milano, lavora a Roma; al Giglio e all’amico barcaiolo Pietro, che è stato, sia pure a singhiozzo il suo grande amore, continua a tornare. Isole minori è una storia di affetti che si intrecciano, si attenuano, si stringono più forti ancora, è l’elogio di un’Italia non omologata che resiste nel tempo. Venerdì incontro l'autrice che passa per Roma.