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Recensione "Il canto degli innocenti" Piergiorgio Pulixi

Testata: Scribacchini per passione
Data: 26 maggio 2016
URL: http://scribacchiniperpassione.blogspot.it/2016/05/recensione-il-canto-degli-innocenti.html

Salve Scribacchini, oggi vi voglio parlare di un libro che avevo adocchiato da un po' di tempo e il Salone del Libro è stata la giusta occasione per acquistarlo, sto parlando de "Il canto degli innocenti" di Piergiorgio Pulixi. L'ho letteralmente divorato e mi ha permesso di scoprire un nuovo bravissimo autore, adesso non mi resta che recuperare i suoi libri precedenti.

«Questo è il buio» ripeteva come se fosse un mantra. «Questo è il buio» dice una delle assassine bambine verso la fine della storia e a mio avviso è proprio il buio, metaforico, il filo conduttore di questo romanzo. Il buio che avvolge la vita del protagonista, il commissario Vito Strega, ma anche di tutti gli altri personaggi di questa storia, vittime e carnefici. Novanta pugnalate inferte da una ragazzina tredicenne a una sua coetanea rivale in amore, così si apre la lunga e sanguinosa serie di omicidi che si dipana in questo romanzo. Omicidi tutti compiuti da assassini poco più che ragazzini, che si vogliono vendicare dei loro carnefici e che non scappano mai dalla scena del crimine, anzi, sono pronti anche a farsi uccidere per portare a termine il loro piano, la loro “missione” Spetta al commissario Vito Strega tentare di far luce su questi casi, anche perché non è tutto semplice come sembra, se gli assassini sono noti chi ci sarà dietro a manovrarli? Perché qualcuno deve esserci, ne è convinto Vito, l’aspetto simile a quello di un taglialegna ma con un gran cervello (tre lauree: in filosofia, psicologia e giurisprudenza) un passato doloroso da affrontare, una ex moglie che ama ancora alla follia, e una sospensione dal lavoro per aver ucciso in un incidente il suo collega. Seppur in questo momento sia un civile Strega vuole a tutti i costi risolvere il caso, trovare il burattinaio, perché l’ha promesso alla madre della prima assassina e perché è l’unico modo per placare dentro di sé “Il canto degli innocenti” ovvero le voci delle vittime. Questo mi ha fatto ricordare un altro investigatore, il commissario Matthäi, uscito dalla penna di Dürrenmatt, anche lui non riesce a darsi pace dopo una promessa fatta alla madre di una vittima (ma le storie da qui in poi prendono pieghe diverse). Una serie di donne ruotano intorno a Vito: Cinzia, la sua ex moglie, l’unica a conoscere il segreto del suo oscuro passato; Livia, la psicologa incaricata di decidere se reintegrarlo in polizia; Teresa la sua collega che, sebbene sposata è innamorata di lui e Marina, una donna misteriosa che incontra per caso. Il giallo è molto ben costruito e con un bel colpo di scena ma devo avvisarvi che la fine non è consolatoria, perché come dice l’assassin* «il male è contagioso». “Il canto degli Innocenti” è uno di quei romanzi che quando li chiudi ti lasciano l’amaro in bocca, come secondo me un vero noir dovrebbe fare e Pulixi in questo è stato fenomenale, d'altronde cosa aspettarsi da una serie che si chiama “I canti del Male”?