Certe volte servono il tempo e la lingua di un romanzo per capire i fatti di cronaca. È quello che ho pensato leggendo Isole minori di Lorenza Pieri (edizioni e/o). Il libro racconta 4 decenni di storia italiana attraverso la voce di una bambina, poi ragazza, poi donna, poi madre, che vive all’Isola del Giglio. Si chiama Teresa ed è una sorella “minore”. Minore come solo certe isole sanno essere: minore rispetto al Continente di possibilità che la vita offre a chi ha il coraggio di non rimanere attaccato allo scoglio delle proprie paure. Teresa è circondata di personaggi meravigliosi. Come Nonnalina, la nonna che - crollasse il mondo - sa sempre cosa cucinare. O il misterioso professore zoppo, che sparisce nel nulla ed è il riassunto di tutti i maschi sulla faccia della Terra. Mentre leggi, il Giglio ti rapisce: senti il rumore delle onde, il caldo accecante dell’estate e il bruciore della salsedine sugli occhi. Ma forse quel bruciore è commozione, perché si piange molto leggendo il primo romanzo di Lorenza Pieri. Un libro che riassume “tutto”, da Piazza Fontana al «Vada a bordo, cazzo!» del naufragio della Costa Concordia. E dove c’è una scena di sesso, quella tra Teresa e il suo amico d’infanzia Pietro, tutta arruffata, con un riccio di mare che punge corpi e anime, che è la migliore scena di sesso degli ultimi anni in un romanzo d’esordio italiano.