Sono stati annunciati i sei finalisti dell’edizione 2016 del Man Booker International Prize, il più importante premio letterario dedicato alla narrativa tradotta in inglese del Regno Unito, la cosiddetta “shortlist“. Il numero di romanzi in concorso si è più che dimezzato rispetto alla “longlist” di 13 che era stata annunciata a marzo; in totale i libri candidati erano 155. Storia della bambina perduta di Elena Ferrante è ancora in gara, come anche l’ultimo libro di Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel 2006. Il concorso riguarda sia gli autori di letteratura straniera che i traduttori: quelli dell’opera vincitrice si divideranno equamente il premio di 50mila sterline (quasi 65mila euro). Gli autori e i traduttori delle opere finaliste, anche quelli che non vinceranno, riceveranno ognuno un premio di 1.000 sterline (circa 1.200 euro).
È la prima volta che tra i finalisti del Man Booker International ci sono autori provenienti da Angola, Austria, Corea del Sud e Turchia. L’autore e il traduttore vincitori saranno annunciati il 16 maggio 2016.
I 6 romanzi finalisti
– A General Theory of Oblivion di José Eduardo Agualusa (Angola), tradotto da Daniel Hahn e pubblicato Harvill Secker (una casa editrice del gruppo Penguin Random House). Il titolo originale è Teoria Geral do Esquecimento.
– The Story of the Lost Child di Elena Ferrante (Italia), tradotto da Ann Goldstein e pubblicato da Europa Editions. Il titolo originale del libro è Storia della bambina perduta, pubblicato in Italia da E/O; si tratta dell’ultimo capitolo della quadrilogia di Ferrante iniziata con L’amica geniale.
– The Vegetarian di Han Kang (Corea del Sud), tradotto da Deborah Smith e pubblicato da Portobello Books; è il primo romanzo tradotto in inglese della coreana Han. La traduttrice Deborah Smith, che ora ha 28 anni, ha cominciato a studiare il coreano solo sette anni fa.
– The Four Books di Yan Lianke (Cina), tradotto da Carlos Rojas e pubblicato da Chatto & Windus (una casa editrice del gruppo Penguin Random House); Yan è l’unico autore a essere già stato incluso nella “shortlist” del Man Booker International: è successo nel 2013, quando ancora il premio era assegnato ogni due anni e non per un singolo romanzo, ma per tutta l’opera di un autore.
– A Strangeness in My Mind di Orhan Pamuk (Turchia), tradotto da Ekin Oklap e pubblicato da Faber & Faber. Pubblicato in Italia da Einaudi col titolo La stranezza che ho nella testa, nella traduzione di Barbara La Rosa Salim. Ekin Oklap è il più giovane dei traduttori in concorso: ha 27 anni.
– A Whole Life di Robert Seethaler (Austria), tradotto da Charlotte Collins e pubblicato da Picador (una casa editrice del gruppo Pan Macmillan). Pubblicato in Italia da Neri Pozza con il titolo Una vita intera, nella traduzione di Riccardo Cravero.