Ancora una bella notizia per l'Italia e per la nostra buona letteratura: il romanzo di Elena Ferrante, "Storia della bambina perduta" - quarto e conclusivo volume della saga L'amica geniale edito in Italia dalla casa editrice E/O e pubblicato in inglese col titolo The Story of the Lost Child nella traduzione di Ann Goldstein – è da oggi ufficialmente tra i sei romanzi finalisti all’esclusivo Man Booker International Prize 2016.
Un altro grande successo per la misteriosa scrittrice (o scrittore?) italiana che da quando ha pubblicato i suoi libri, prima in Italia e poi nel resto del mondo, è stata osannata dalla critica, soprattutto americana che la considera la principale autrice italiana contemporanea.
La storia di Lina e Lenù ha conquistato milioni di lettori fino a oggi perché la Ferrante, raccontandoci di loro, non è scaduta mai nella banalità, non è stata mai ripetitiva né ridondante. Come vi abbiamo già fatto notare più volte in queste pagine, le due donne, con le loro storie che si intrecciano, affascinano e conquistano il lettore perché nascono nella mente del lettore come ricordi lontani di persone realmente incontrate. Condividono un'amicizia imperfetta e dolorosa che non sfiora mai l'assurdità romanzesca o teatrale e sono talmente ben caratterizzate che vivono di vita propria.
Voci insistenti vogliono la Ferrante come favorita alla vittoria, ma per ora, volendo essere anche un po’ scaramantici come direbbero alcuni personaggi dei suoi libri (tutti ambientati a Napoli), possiamo dire che ha avuto la meglio su ben 155 candidati al premio che quest’anno, per la prima volta, viene assegnato come riconoscimento all’opera singola. L'autore e il traduttore del libro vincitore, che sarà proclamato a Londra il 16 maggio prossimo, si divideranno la somma di 50mila sterline. A tutti gli autori e traduttori finalisti vanno intanto mille sterline a testa.
La lista completa dei sei finalisti è stata resa nota poco fa e vede, oltre alla Ferrante, anche il premio Nobel turco Orhan Pamuk con A Strangeness in My Mind (La stranezza che ho nella testa, in Italia pubblicato da Einaudi), il cinese Yan Lianke con The Four Books, l'angolano Jose Eduardo Agualusa con A General Theory of Oblivion, della sud-coreana Han Kang con The Vegetarian e l'austriaco Robert Seethaler con A Whole Life (Una vita intera, in Italia pubblicato dalla Neri Pozza). La decisione spetterà alla severe e attenta giuria, quest’anno presieduta dal critico letterario Boyd Tonkin che ha manifestato tutta la sua ammirazione nei confronti dei sei finalisti, sei autori “capaci di trasportare i lettori intorno al mondo verso ogni frontiera narrativa".