Di solito quando recensisco libri, li commento in pezzi distinti, ma Tutti i giorni di tua vita di Lia Levi e Sotto un sole diverso di Ernst Lothar, entrambi editi da e/o, credo debbano essere raccontati assieme. I mondi narrativi creati dai due autori sono diversi, ma non troppo, perché in entrambe i testi le protagoniste sono due minoranze etniche (ebrei e altoatesini) che durante il periodo del Fascismo non ebbero vita facile nel nostro stivale. Gli ebrei come quelli narrati da Lia Levi finirono vittime delle leggi razziali del 1939, mentre i sud tirolesi raccontati da Ernst Lothar, assistettero inermi agli accordi tra Mussolini e Hitler, con i quali si stabilirono l’italianizzazione forzata per chi stava in Sud Tirolo con la rinuncia totale alla propria cultura d’origine, o il rimpatrio, ma sarebbe meglio chiamarlo esilio, nelle terre del Reich. Nonostante gli autori non si siano mai conosciuti (la Levi è nata nel 1931, Lothar nel 1890), ciò che mi ha colpito di Tutti i giorni di tua vita e di Sotto un sole diverso è che in tutti e due i testi ci sono temi ricorrenti e simili come il conflitto generazionale tra genitori e figli, l’imposizione di dover rinunciare alla propria cultura d’origine, la discriminazione accompagnata all’emarginazione perché considerati diversi e – brutto da scrivere- razze inferiori, le deportazione e lo sradicamento dalla propria terra. A Roma abbiamo una famiglia di ebrei che entra nella sua nuova casa. Al Nord, in Sud Tirolo, c’è un nucleo familiare dove un anziano nonno si ritrova a crescere i nipoti rimasti orfani. Le storie sono ambientate nell’Italia del nascente e dilagante Fascismo e i nuclei familiari protagonisti dovranno affrontare non solo i problemi quotidiani, ma dovranno imparare a convivere con il regime. Per la famiglia di Tutti i giorni di tua vita, le due sorelle (Regina e Corrina) hanno caratteri tra loro stanno agli antipodi, e non a caso assumeranno un atteggiamento differente verso il regime, che rispecchia anche il loro approccio nei confronti della vita. Regina sarà più impulsiva e propensa all’impegno politico e all’antifascismo, mentre Corinna, la minore, sceglierà la via della docilità e della tranquillità. Sulla stessa scia vivono i Mumelter nati dalla penna di Lothar, dove il capofamiglia si sente molto attaccato alle proprie origini altoatesine, tanto da vedere in Hitler l’unico che possa salvare la loro integrità culturale. Una speranza presto disillusa. Accanto a nonno Mumelter arrivano gli scapestrati nipoti: Sepp, il più giovane, si lascerà abbagliare dal Fascismo diventando un balilla; Riccarda darà scandalo rimanendo incinta fuori dal matrimonio e il maggiore Andreas verrà arrestato per il suo impegno antifascista.
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I capostipiti delle famiglie (Valfredo per la Levi e nonno Mumelter per Lothar) assistono inermi al frantumarsi di quella solidità che nel tempo si erano costruiti e in un certo senso sono la rappresentazione di una generazione che consapevole della fine di un epoca, non vuole rinunciare alle proprie radici per non far cadere nella dimenticanza i sacrifici secolari. In loro opposizione ci sono i figli con le loro mentalità nuove, a volte avventate, e sempre pronti a fare di tutto pur di sentirsi vivi e partecipi agli eventi a loro contemporanei. Questo creerà conflitti ed evidenzierà quanto l’evolversi delle teste delle persone della “storia”, in alcuni casi, sia pesantemente influenzato dall’imporsi della “Storia”. In entrambe i libri attorno alle due famiglie principali si aggirano personaggi che cercheranno di favorire e, soprattutto, di ostacolare l’agire delle famiglie, come per impedire loro di poter vivere in armonia e in libertà. Nella vita quotidiana narrata da Lia Levi, le due sorelle Regina e Corinna, entrambe sposate con mariti non ebrei, si confronteranno con Lilli Durante, un attrice del regime che non esiterà a fare la spia su chi sono gli ebrei del quartiere. Accanto a quest’ultima c’è una sarta fascista e pure Tarantella, un servetta di campagna che, tradita nel suo onore femminile, dovrà dare una sistemata alla sua esistenza per evitare che le conseguenze ricadano su di lei e sulla famiglia di Regina e Corinna. Stessa cosa accade nel libro di Lothar, nel quale i Mumelter, cacciati dal loro amato sud Tirolo, dovranno vivere nella sconosciuta Cecoslovacchia. Non solo, ma ogni loro azione e scelta, compresa la tenera amicizia tra Andreas e la figlia di una famiglia di americani, sarà sempre sotto stretto controllo e le conseguenze delle scelte compiute, avranno per loro conseguenze inaspettate e imprevedibili. I due romanzi usciti per e/o nel 2016 sono nati in epoche lontane tra loro, nel senso che Sotto un sole diverso venne pubblicato la prima volta nel 1943, Tutti i giorni di tua vita della Levi settantatre anni dopo. Questo lasso temporale non impedisce alla due storie di poter essere prese in esame in contemporanea, in quanto molto simili, e di scoprire come individui lontani tra loro per cultura e tradizioni abbiano narrato il dramma dello sradicamento. Con Sotto un sole diverso di Ernst Lothar e Tutti i giorni di tua vita di Lia Levi ci si rende conto che quell’essere estirpati dalla propria terra è ancora attuale, perché pensando ai tanti immigrati che occupano le cronache dei nostri giorni, sono cambiati il colore della pelle, i vestiti, usi e costumi, ma la storia di allontanamento, spontaneo o imposto, dalla propria terra è attuale ancora oggi come ieri. Sotto un sole diverso è tradotto dal tedesco da Monica Pesetti.