«L’incantesimo delle Civette» (Edizioni e/o) è il felice esordio nella narrativa di Amedeo La Mattina, giornalista siciliano oggi alla redazione romana della Stampa. Un romanzo che delinea, con prosa lieve e agevole, puntellata da incursioni dialettali che Camilleri ha fatto molto amare, la Sicilia arretrata degli anni ’60 dalle profonde diseguaglianze sociali e fortemente stridenti con l’Italia del boom economico. Il Cinema e la sua magia nell’estate del 1967 arrivano improvvisi a Partinico, paese a 30 km. da Palermo. È la troupe di Damiano Damiani che con Claudia Cardinale e Franco Nero viene per girare il film, tratto dal romanzo di Sciascia, «Il Giorno della Civetta» e che come un tornado investe e avviluppa in un incantesimo paese e abitanti. L’evento segna più di ogni altro Luca, l’adolescente protagonista che preso d’amore per la sensuale e straordinaria Cardinale scopre attraverso i turbamenti amorosi un contesto sociale che ignorava: gli scritti di Sciascia e la mafia, fatta agire in modo fortemente ironico da un vecchietto bigotto e falsamente bonario capace di interrompere la realizzazione del film e con esso l’incantesimo che tutti aveva catturato e a cacciare da Partinico le Civette. E scopre anche con amarezza che una società diversa è possibile ma in un altrove, fuori dall’isola.