Il mondo non è solo quello che appare. La Terra è strettamente collegata a un altro luogo, il mondo delle Brume abitato dal leggendario popolo degli Elfi. I due mondi sono in perfetto equilibrio finché l’armonia non viene spezzata. Le stagioni sulla Terra ormai non si distinguono più, la natura è sempre più compromessa. Perfino gli esseri umani, che hanno sempre alternato momenti di pace a momenti di conflitto, sono precipitati in una spirale di negatività lasciandosi trascinare dall’odio e dalla violenza. Ormai l’incanto della natura non riesce più a colpire e a stupire e il senso di meraviglioso sta morendo. Così mentre gli esseri umani si stanno lasciando andare alla guerra, anche nel mondo delle Brume è arrivata la negatività. Gli Elfi iniziano così una grande battaglia tra forze votate a ristabilire l’equilibrio e forze del male intente a distruggere quello che esiste. Vi sono alcune persone sulla terra, dei contadini, che iniziano a percepire che qualcosa è mutato e quanto possa aggravarsi la situazione proprio in virtù del loro legame con la natura. Ma da soli loro non possono ottenere una vittoria conclusiva che riporti l’equilibrio in entrambi i mondi. Le uniche vere speranze delle due terre sono riposte in Maria, una ragazza spagnola, e Clara, una giovane musicista italiana che, con i loro talenti artistici e il loro legame con la natura, renderanno di nuovo possibile una comunione perfetta tra il mondo degli umani e quello degli Elfi riuscendo a contrastare le malefiche forze che si sono messe in campo.
“Prodigioso” disse il Capo del Consiglio. “L’Alleanza delle visioni e dei poteri nel mondo degli umani” “Maria è il catalizzatore” disse il Guardiano del Padiglione “Clara il traghettatore”. “C’è un’alterazione nel campo di forza del ponte” “C’è un’alterazione nel campo di forza delle brume. Non modificano soltanto l’alterazione nel campo di passaggio” “Ma c’è stato uno scambio” disse l’Orso “e Aelius vede quello che vediamo noi” “questo sconvolgerà tutto il panorama dell’azione” disse lo Scoiattolo. “è tempo di passare”. “così presto” disse il Capo del Consiglio “speriamo di essere pronti”. “Il ponte è aperto” disse il Guardiano del Padiglione “potete passare” (riunione del Consiglio degli Elfi – pag. 127)
Mi aspettavo molto dall’autrice de L’eleganza del Riccio, romanzo che avevo amato quando uscì e che ogni tanto rileggo con piacere e, forse, mantenere così alte delle aspettative ha finito per influenzarmi, portandomi a chiudere la lettura di questo romanzo con un po’ di amaro in bocca.
Inizio subito dicendo che questa non vuole affatto essere una stroncatura ma c’è qualcosa, all’interno del libro, che mi ha lasciato un po’ perplesso. Come se, ascoltando una sinfonia, improvvisamente riusciste a trovare uno strumento che stona senza capire quale è. L’ho letto e l’ho riletto e, ancora adesso, non riesco bene a definire cosa sia quella “nota stonata”.
Mettendo da parte queste mie personalissime considerazioni vi voglio avvertire che, se vi aspettate qualcosa di simile a L’eleganza del Riccio ,resterete delusi. Questo nuovo romanzo di Muriel Barbery non ha nulla dello stile introspettivo, e a tratti filosofico, del precedente lavoro, ma sembra più essere una sorta di delicata fiaba ecologista nella quale si prendono in prestito numerosi elementi del mondo fantastico e magico per comunicare un messaggio: l’importanza che ha la natura in un mondo che sempre più si accanisce per distruggerla. Un tema senza dubbio attuale, che avrebbe beneficiato di una prosa più incalzante e di uno stile meno artificioso.
Sospendo il giudizio e aspetto la pubblicazione del secondo capitolo delle avventure di Clara e Maria per sciogliere i miei dubbi.