Dylan Dog, Nathan Never, Dampyr, Martin Mystère e Tex. E ancora Demian, Cassidy e Hellnoir. Dal lontano 1994, Pasquale Ruju è uno dei più importanti protagonisti del fumetto italiano, firmando ogni anno oltre mille pagine di sceneggiature per la Sergio Bonelli editore, regalando ai tanti appassionati nuove avventure settimanali, nuovi sogni, fatti di carta e immaginazione lanciata al galoppo.
Vincitore del premio Cartoomics per la sceneggiaturanel 2004, Ruju è stato anche doppiatore per cartoni animati e filmmaker, recitando anche nella soap, Vivere. Con il medesimo gusto della sfida esordisce da romanziere con Un caso come gli altri un noir onesto, con echi che vanno da Jean-Claude Izzo a Massimo Carlotto, un serrato confronto fra due donne - Annamaria, vedova di Marcello Nicotra, boss della 'ndrangheta trapiantato nel nord-est e Silvia, un tenace sostituto procuratore incaricata di interrogarla - con un inatteso colpo di scena finale. E sullo sfondo una verità amara: "la 'ndrangheta è forte, oggi più che mai".
Ogni anno lei scrive già migliaia di pagine di sceneggiature per fumetti. Perché ha scritto anche un romanzo?
La scrittura è figlia di tante esperienze e lavorare ogni giorno con le storie, per otto ore al giorno, permette di capire i meccanismi narrativi. Lo sceneggiatore lavora per immagini ma deve fare riferimento a un disegnatore per permettergli di lavorare bene, deve essere il più dettagliato possibile nelle descrizioni, aggiungendo particolari e inquadrature, lasciando pochissimo al caso. Uno scrittore invece, deve lasciare un giusto margine di spazio al suo lettore, non lo deve mai rinchiudere in gabbia, eliminando tutto il superfluo.
Un caso come gli altri è un noir atipico.
Tutto nasce da un cortometraggio realizzato parecchi anni fa con una mia amica e attrice, Stella Bevilacqua. La storia e i personaggi principali, negli anni, mi sono rimasti in mente, hanno continuato a parlarmi, finché Massimo Carlotto e Colomba Rossi,che dirigono la collana Sabot/ Age per EdizioniE/O, mi hanno chiesto di farne un libro. Il noir racconta la caduta dei personaggi e dopo varie estati, nei ritagli di tempo dalla sceneggiatura, sono riuscito a scriverlo.
In pagina si confrontano due donne diverse, Silvia e Annamaria. Una novità visto il suo lavoro nel mondo dei fumetti.
Amo molto le donne, mi piace tratteggiare personaggi femminili anche nei fumetti, certo su Tex mi sento un po' frustrato da questo punto di vista. Non c'è nulla di autobiografico, non sono né Annamaria né Silvia, ma di ciascun personaggio, per poterne scrivere, me ne sono innamorato. Soprattutto di Annamaria, lo ammetto.
A proposito di criminalità organizzata, cosa ne pensa dei proclami del ministro dell'interno, Angelino Alfano, circa l'imminente sconfitta della mafia?
In questo ljbro ho sabotato proprio l'idea che la mafia sia stata sconfitta, che la 'ndrangheta sia in ginocchio. Anzi, come testimonia Nicola Gratteri, si tratta di professionisti con una concezione aziendale ed efficiente che guarda al business europeo. Sono uomini senza scrupoli, siamo ben lontani dalla fine di questa piaga.
Nel confronto fra Silvia e Annamaria, le atrocità del crimine organizzato si sovrappongono agli episodi di vita familiare. Somiglia ai ricordi di Riina jr. del proprio padre.
Probabilmente anche di Hitler qualcuno avrà detto che aveva un lato tenero. Volevo raccontare Marcello Nicotra come un marito amorevole, pur essendo un crudele boss della 'ndrangheta. L'ambito familiare è centrale per uomini di questo tipo che costruiscono imperi economici per le generazioni future. Proprio per fare emergere questo doppio punto di vista ho mescolato i cruenti fatti di sangue alla felice vita di coppia. Sono convinto che i coniugi di questi killer scelgano di non vedere nulla, incapaci di cambiare vita.
Che rapporto ha con i personaggi dei fumetti che scrive?
Inizialmente c'era un po' di sacro timore, certo. Dal 1994 e per quasi vent'anni ho lavorato alle storie di Dylan Dog, firmando ottanta numeri, puntando sempre ad essere originale. Lavoro alle storie di Tex da oltre quattro anni e scrivendo le sue avventure sai che il suo pubblico, mezzo milione di lettori, sarà attentissimo a ogni minimo particolare. Non si può sgarrare mai.
Fra Dylan Dog e Tex chi sente più affine?
Dylan Dog è Tiziano Sciavi al 1OO per cento, io sono molto più vicino a Tex.