Un viaggio di un figlio e un padre verso la Svizzera, verso l'ignoto, attraversando il buio d'un proposito razionale per maturare una nuova convinzione, ritrovando la luce. Parlare di eutanasia o suicidio assistito, pratica legale in Svizzera, il luogo finale di questo viaggio, oggi più che mai è doveroso, traendo spunto dalle cronache e dall'incapacità dello stato italiano di approcciare la sofferenza e il dolore cronico in modo laico, senza sovraccaricarlo di pregiudizi. Massimiliano Governi in "La casa blu" (edizioni E/O) racconta questo viaggio verso un centro per suicidi assistiti ed è chiaro che avrebbe potuto giocare con il lettore in modo astuto o prudente, invece ha deciso con coraggio di limare tutto, asciugando la propria prosa, mirando a rendere il maturare d'un confronto difficile fra due generazioni riguardo un tema sempre ostico e ricco di dilemmi etici. Ci sono parole e concetti che spaventano i lettori • e dunque il mercato editoriale · fra questi spiccano senza dubbio i temi legati alla malattia e al dolore in senso lato, tuttavia Governi ribalta la prospettiva senza diventare mai moralista o sfacciato, cosi ad un genitore anziano e preda del dubbio e della tentazione, contrappone un figlio risoluto e un viaggio lungo un centinaio di pagine, fitto di dialoghi e silenzi - accompagnati da un significativo sottofondo musicale - lasciando al lettore lo spazio, la distanza necessaria per riflettere e capire.