Un caso come gli altri di Pasquale Ruju, edito da Edizioni E/O, è un romanzo degno di attenzione in cui nulla è così ordinario come può suggerire il titolo. L’autore è un soggettista e sceneggiatore di Bonelli, nel corso degli anni ha firmato storie per Dylan Dog, Tex, Nathan Never, Dampyr e Martin Mystere, sue sono le serie Demian, Cassidy e la recente Hellnoir. È il suo primo romanzo e, se ridotto ai minimi termini, si tratta di un giallo la cui soluzione emerge dall’interrogatorio della dottoressa Silvia Germano nei confronti della vedova Annamaria, per chiarire alcune circostanze dell’omicidio del marito Marcello Nicotra, criminale di spicco della N’drangheta. Nel confronto tra le due donne, la deposizione viene completata dagli atti dell’indagine e ciò permette al lettore di rileggere la dura realtà del crimine organizzato attraverso un punto di vista diverso. Spesso l’ascesa criminale viene raccontata al maschile, dove la ferocia e l’etica al testosterone si sprecano e banalizzano la figura di mogli e compagne, riducendole a creature evanescenti che annegano il proprio ruolo nell’ipocrisia o le promuove a complici ben più spietate e determinate di qualunque altro uomo. Annamaria è al di fuori di queste due categorie e dà l’opportunità al lettore di rileggere la dura realtà del crimine organizzato attraverso desideri e sentimenti spesso assenti nella quotidianità malavitosa. Una storia nera che non scade mai nei toni della soap opera. È interessante vedere come l’evoluzione del legame tra moglie e marito svela la reale identità dei protagonisti e come nuove relazioni e tradimenti diano luogo non solo una crisi matrimoniale ma riescano anche a incrinare il potere e le dinamiche della famiglia criminale nell’infiltrarsi nella politica e negli affari del nord ovest. Lo stile è ad altra fruibilità, ogni indizio nella trama amplia i sospetti sull’identità e il finale è al di là di ogni possibile previsione. Abbiamo il piacere di ospitare Pasquale Ruju sulle pagine di MilanoNera.
Innanzitutto, grazie per la disponibilità Fumetti e romanzi, sono due modi diversi di raccontare una storia oppure hanno dei punti in comune? Sono due generi di narrazione che si escludono l’un l’altra oppure, come sempre più spesso accade, possono convivere pacificamente tra loro?
A mio parere non ci sono modi o media migliori o peggiori per raccontare una storia. L’importante è che sia bella e che il mezzo scelto sia quello più adatto per trasmetterla al lettore. La struttura narrativa, specie in una storia di genere, in fondo è la stessa. E a volte anche lo stile può avere punti in comune. Io sono un narratore molto “visivo”. Mi piace ragionare e scrivere per immagini, e questo aiuta il mio lavoro di sceneggiatore. Anche nel romanzo rimane un po’ di questa attitudine. A mio parere, ben incanalata, può costituire un valore aggiunto alla narrazione. Ma ovviamente starà ai lettori giudicare.
Nelle tue opere ci sono alcune citazioni, chi ti conosce sa che non manchi mai di rendere omaggio a chi di dovere, ma nella stesura di questo romanzo ti sei ispirato a qualche autore in particolare?
I miei autori di riferimento restano i grandi rappresentanti del noir mediterraneo, Izzo, Camilleri, Carlotto, Montalban. Ma ho un debole anche per scrittori d’oltreoceano come Lansdale e Winslow, di cui amo lo stile asciutto, concreto, “cinematografico” senza per questo scadere nel superficiale. Non è facile cominciare a scrivere un noir dopo aver letto i loro. Ma che volete, io sono uno che ama le sfide…
Come o da dove è nata l’idea per Un caso come gli altri? Quanta realtà e quanta finzione contribuiscono a dare vita ad Annamaria e ai Nicotra?
Un caso come gli altri è nato nel 2008 come cortometraggio, realizzato insieme a un gruppo di amici attori e cineasti e a una splendida protagonista, Stella Bevilacqua, che purtroppo ora non c’è più. A lei è dedicato il romanzo, che sviluppa l’idea di base e i caratteri dei protagonisti di quel piccolo film. Per portarlo a compimento, negli anni successivi, ho poi fatto un lungo lavoro di documentazione. La storia di Annamaria e dei Nicotra è ovviamente inventata, ma il contesto criminale in cui vivono e operano è purtroppo molto reale. E ancora profondamente radicato in molte comunità del nord Italia, oltre che nel sud.
Avremo la fortuna di leggere un altro romanzo?
Temo proprio di sì. Ho finito da poco di scrivere il secondo. Da narratore seriale, quando comincio una cosa è difficile poi fermarmi…
Progetti futuri?
Oltre ai romanzi e ai fumetti – Tex, in particolare – sto lavorando a una commedia, con alcuni bravissimi attori della mia città, Torino. Sarà, credo, un’altra bella sfida!