Salvatore ha una sorta di doppia vita saldata intorno a una profonda passione: il mare. D'estate vive sulla piccola isola dove è nato portando in giro i turisti sulla sua piccola barca con tanto di tendalino, d'inverno è nei cantieri edili come operaio. È bello e ignorante, «possibile» ma autentico; e sano. Una sorta di inconsapevole gigolò, frazione o segmento di un pacchetto turistico che comprende anche il brivido salace per le disinibite vacanziere del Nord o dell'estero. Salvatore non ha voluto studiare, nemmeno fino al diploma, ha preferito le onde alle pagine: il turismo non manca, le ragazze si attaccano a lui come cozze allo scoglio per il periodo estivo, e la vita scorre tranquilla e senza particolari scossoni tra un padre che guida i traghetti e una madre silenziosamente legata al proprio figlio. Tutto tranquillo fino a quando la vita di Salvatore non è intersecata dalla controversa e un pò egoista Jessica, giunta da Genova per fare immersioni. La vita di Salvatore ne è sconvolta: scopre l'amore e il dolore che spesso lo accompagna. Tutto finisce in ombra davanti alla figura di Jessica, anche l'amicizia che lo legava al camerunense Atanganà, intelligente e buon compagno di lavoro. Al quale lo stesso Salvatore salva la vita. Se il tema risponde un pò a un clichè, la destrezza di Anna Pavignano (è stata co-sceneggiatrice di tutti i film di Massimo Troise) rende il libro ugualmente accattivante con interessanti contrasti. In uno stile essenziale vengono sviscerati tanti stati d'animo e affrontati numerosi temi di cronaca.