Questo romanzo, è dedicato a tutti coloro vittime delle cosiddette morti bianche. Scritto, con estrema semplicità, In bilico sul mare, è la storia di Salvatore, un giovane napoletano, che conduce una vita, come dice lo stesso protagonista, con un lato estivo e uno invernale, come i materassi. D'estate lavora con la sua barca, portando i turisti a visitare le grotte che emergono dai fondali cristallini, mentre d'inverno, lo aspetta la vita nei cantieri. Una vita fatta di lavori precari, pagati in nero, e che spesso portano alla morte. Il libro della Pavignano, traccia un ritratto di colore che nel loro stesso paese, diventano come i clandestini, costretti ai lavori più duri, magari nei cantieri, dove un giorno ( come del resto lo testimoniano i fatti di cronaca), per puro caso, mettono un piede in fallo e scivolano da un quinto piano. Le chiamano morti bianche, e in una riflessione del protagonista è racchiuso tutto il dramma : Ma se la morte è nera, perché la chiamano bianca?
Secondo me è sbagliato. Perché bianca è una sposa tutta felice. E' la neve che ho visto poche volte, ma ti lascia incantato. E' la prima pagina del quaderno quando andavo a scuola, che era bella perché tutta da scrivere e non c'erano ancora gli errori e i brutti voti. Salvatore muore a vent'anni, lui, che deve ancora conoscere la vita.
Un libro che prende il lettore, scritto con sentimento, e dedicato a tutti coloro, che, per un pezzo di pane, sono costretti, in questa Italia di reality nauseabondi e di veline, a mettere in pericolo la propria vita.