Una serie di nastri registrati 30 anni fa e sepolti chissà dove. Su di essi, incisi, ci sono i ricordi precisi e molto preziosi dell'allora capo ufficio stampa della Milizia fascista in Africa orientale. Ripercorrono la sciagurata avventura coloniale dell'Italia: dalla presa di Adua al viaggio 'africano' di Curzio Malaparte; dalle due 'visite' del Duce in Libia al giallo del cadavere di Italo Balbo; dalla lite Gambara-Rommel e la conseguente inchiesta della Gestapo alle esecuzioni dei ribelli senussi a Barce fino al piroscafo dei reclusi italiani di Tripoli mandati a morire nel Mediterraneo. A raccogliere questa testimonianza, nel 1986, è un giovane giornalista di sinistra che stringe con l'intervistato una singolare amicizia. Oggi quei ricordi diventano un libro: 'Il bel tempo di Tripoli', in uscita per l'editrice E/O (pp. 240, 16 Euro). A firmarlo, è proprio Angelo Angelastro, giornalista Rai dal 1977, lo stesso che negli anni '80 raccolse quelle dichiarazioni.