La bionda del Kontiki non è una fascinosa top model straniera, ma una madre di famiglia sessantenne che percepisce d’un tratto come, dopo una vita votata alla gestione della casa e alla cura dei propri cari, sia diventata trasparente a loro e a se stessa.
La nuova tinta di capelli, di un biondo appariscente, diventa galeotta di una radicale trasformazione dell’esistenza: Teresa, la protagonista, dismette i panni smorti da quieta signora di mezza età e si trasforma in una di quelle briose danzatrici del venerdì sera che gli invidiosi chiamano tardone e che sono invece donne alla ricerca della propria identità.
Katia Ceccarelli, l’autrice, è bravissima nel rendersi invisibile: nella sua prosa scorrevole non traspare alcuna morale. L’autrice non prende posizione, lasciando così che i lettori, a seconda dell’evoluzione della storia, si identifichino o divergano dalla protagonista, dai figli, dalle amiche e dagli stagionati playboy che popolano il mondo delle balere.
La bionda del Kontiki vive e opera in un territorio estraneo finora ai circuiti della narrativa: la Val Vibrata, estremo lembo settentrionale d’Abruzzo, che occhieggia alle Marche ed è in bilico fra la corsa al progresso, sovvenzionata da un’economia prospera, almeno fino a pochi anni or sono, e da una mentalità imprenditoriale, che sopravvive alla crisi, come dimostra il caso di Filippo, istruttore di ballo e, all’occorrenza, gigolò.
La casa editrice E/O ci propone, così, una figura di donna insolita, non indomita, non vittima né carnefice, che affronta la vita al ritmo di tango anche se i piedi, gonfi come il cuore, la trattengono un po’. Al suo fianco, operano comprimari tutti interessanti: Ovidio, il marito, “un uomo senza un minimo di amor proprio e dignità, con quel ventre gonfio di rabbia e carboidrati“, i figli, la scaltra parrucchiera, che, acconciando i capelli, sa manipolare anche le idee, Lando, viveur part time, la perfida Jolanda, che dedica a Teresa “un pensiero netto e articolato (che) le era passato come uno spot pubblicitario in quella testa vaporosa, di per sè poco disposta al ragionamento“.
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