Da qualche settimana è in libreria in nuovo romanzo di Piergiorgio Pulixi, fresco vincitore del Corpi Freddi Award 2015 (nelle due categorie: Miglior Romanzo, con “Il canto degli innocenti”, e “Miglior Autore Italiano”); si intitola “Per sempre” ed è pubblicato nell’ambito della collezione Sabot/Age delle edizioni E/O. Si tratta del terzo romanzo che vede per protagonista l’ispettore Biagio Mazzeo (dopo “Una brutta storia” e “La notte delle pantere“). Ne discutiamo con l’autore che, peraltro, di recente ha rappresentato l’Italia al ‘Crime Writers Festival’ di New Delhi.
– Caro Piergiorgio, parlaci della nascita di Biagio Mazzeo, il tuo personaggio letterario. In che modo si è affacciato alla tua mente? Biagio Mazzeo nasce da uno spunto reale legato alla cronaca nera del nostro Paese: un arresto eclatante di un’intera sezione della polizia: sedici agenti indagati per associazione a delinquere arrestati dai loro stessi colleghi dell’Anticrimine. Questa notizia mi incuriosì tantissimo. Cercai di documentarmi, e scoprii che tra questi poliziotti ce n’era uno attorno a cui tutti gli altri gravitavano. Un uomo dal carisma magnetico, dalla personalità forte e affascinante che teneva coesa tutta la squadra. Una sorta di figura paterna e di riferimento che rendeva questa squadra quasi una famiglia. Fui subito affascinato da questa figura, e decisi che volevo raccontare – attraverso la finzione narrativa – un personaggio di questo genere. Un uomo disposto a tutto pur di proteggere i suoi uomini. Un uomo preda delle proprie debolezze che si traducevano in una personalità complessa e violenta,sfaccettata e sanguigna. Da quella scintilla di realtà è nato Biagio Mazzeo. Un personaggio tragico nella sua volontà di amare così come di vivere senza arrendersi a un destino già scritto per lui. Mazzeo vive in modo violento, totale. Ho iniziato a costruirlo e a scoprirlo giorno dopo giorno, finché non mi sono accorto che era diventato una presenza costante e ingombrante nella mia vita. A quel punto ho capito che era arrivato il momento di dargli lo spazio e la vita che bramava ed esigeva. Così è nato l’ispettore superiore della Polizia di Stato, Biagio Mazzeo.
– Proviamo a tracciare il suo identikit. Come lo descriveresti? Un uomo preda delle sue debolezze e dei suoi sensi di colpa che cerca di esorcizzare con un atteggiamento molto violento, autoritario. Minimizza e in qualche modo ignora le sue ferite psicologiche e i suoi problemi personali, mostrandosi per quello che forse non è: un uomo forte, duro, all’antica per certi versi, con valori imprescindibili come la famiglia (sebbene la sua non sia una famiglia di sangue, ma ciò non gli importa: “la vera famiglia non è quella in cui nasci ma quella per cui moriresti” è solito dire), il rispetto per la parola data, e il coraggio e la dedizione alla sua missione. È un uomo che indossa tante maschere pur di nascondere la sua indole reale. A tratti è una persona molto piacevole, generosa, dalla battuta sempre pronta. Qualche secondo dopo può mostrare la sua personalità violenta, bugiarda, incostante. È un uomo che non ha mai avuto dei punti di riferimento solidi e quindi è cresciuto sotto i venti iracondi della sua stessa personalità in cerca costante di affermazione. L’unico punto fermo della sua vita sembra essere questa strana famiglia che si è creato intorno.
– Nel nuovo romanzo che vede per protagonista Mazzeo – “Per sempre” – compare Vatslava Demidov, compagna del mafioso ceceno Sergej Ivankov, morto nel precedente libro. Cosa puoi dirci di lei? E che ruolo svolge in questa storia? Vatslava rappresenta la nemesi di Mazzeo. In qualche modo ciò che era già stato Ivankov, ma essendo un personaggio femminile mi ha permesso di mostrare la vendetta da una prospettiva diversa. La donna è una sorta di coprotagonista del romanzo, tanto che per buona parte del libro le sue vicende corrono parallele a fianco a quelle di Mazzeo e i suoi. Ci sarà un momento in cui le loro strade convergeranno di nuovo in una notte fatale.
– Mazzeo è un po’ cambiato rispetto al primo romanzo. In tal senso ha svolto un ruolo importante Nicky, la figlia quattordicenne di Santo Spada. Cosa puoi dirci a riguardo? La vita, gli eventi, le perdite, gli stessi desideri ci cambiano, ci smussano, ci consumano. Nella vita così come nei romanzi. E’ quello che sta accadendo a Biagio. Il personaggio è in costante evoluzione, o forse sarebbe meglio dire “involuzione”, perché da personaggio molto appariscente, tracotante e guascone, Mazzeo sta diventando sempre più solitario, travagliato e calcolatore. Si sta chiudendo sempre più in se stesso. Si trova a dover affrontare le conseguenze di anni di crimini e “bella vita” e sa bene che non è pronto a proteggersi da tutti i colpi che il destino è sul punto di rendergli. Così come sa che non potrà proteggere tutte le persone che ama. Dovrà scegliere. Dovrà decidere chi dei suoi salvare e chi sacrificare. E scelte di questa portata logorano e attanagliano il personaggio, oltre che essere la linfa drammatica della narrazione. In tutto questo turbinio di emozioni contrastanti, Nicky è il suo punto fermo così come un punto di non ritorno. Lei diventa in qualche modo il suo centro gravitazionale.
– Che valore ha il termine “speranza” nel vocabolario di Mazzeo? Nel suo vocabolario personale non ha nessun valore. “Speranza” per lui equivale a “illusione”. Debolezza. Speranza significa affidarsi al fato, non essere in grado di affrontare una determinata situazione quindi confidare in qualcosa al di là delle nostre possibilità. Un qualcosa di superiore. Mazzeo non ragiona e non ha mai ragionato in questo modo. Lui è convinto che siamo noi a plasmare il nostro destino. La nostra volontà e le nostre azioni determinano il nostro futuro e ciò che siamo. “La speranza è una favoletta hollywoodiana” ti risponderebbe lui. Perché di fatto si traduce in una resa, in un’affermazione di impossibilità e inferiorità. Nel mondo di Mazzeo non puoi prestare il fianco in questo modo, non puoi esporre le tue debolezze al pubblico ludibrio. Farlo significherebbe farsi sbranare. Per questo è un personaggio così tormentato, senza requie. Perché non può permettersi di mostrarsi per ciò che è veramente, o per quello che prova veramente. Deve nascondersi e celare le proprie emozioni e paure. Deve reagire mostrando i denti. Questo comporta che sia prima di tutto in guerra con se stesso ancora prima che con gli altri.
– Il titolo del romanzo è secco ma molto evocativo. Perché “Per sempre”? Ha diverse sfumature di significato. “Per sempre” è il titolo di una canzone di Nina Zilli particolarmente cara a Biagio e Nicky. Al tempo stesso “per sempre” vuole indicare la fedeltà di Mazzeo alla sua squadra, il suo amore costante per la sua famiglia. “Per sempre” però, come insegnava Ivankov, è la portata che deve avere la vendetta: deve durare per sempre, protrarsi nel tempo. I personaggi – non solo Biagio – si troveranno a doversi confrontare con tutti questi “per sempre” diversi.
– Hai rappresentato l’Italia, come scrittore, al Crime Writers Festival di New Delhi. Cosa puoi raccontarci di questa esperienza? E’ stato un grandissimo onore e un’esperienza indimenticabile. Confrontarsi con autori provenienti davvero da tutto il mondo, mi ha arricchito tantissimo, tanto che replicherò questa esperienza partecipando ad Aprile al Deal Noir Festival nel Kent, in Inghilterra, portando Mazzeo e le sue pantere a confrontarsi con i personaggi della tradizione poliziesca anglosassone. Sono esperienze che ti aiutano ad avere una visione più ampia della letteratura poliziesca e dei gusti dei lettori anche non italiani. Quest’anno è iniziato davvero nel migliore dei modi: il Festival in India, ora il Deal Noir, e questi giorni ho avuto la fortuna e l’onore di vincere i Corpi Freddi Awards nella sezione miglior autore italiano e in quella di miglior romanzo del 2015 con “Il Canto degli innocenti”. Tutte queste esperienze così positive ti portano a lavorare ancora più duramente, e ti spronano a migliorare e ad affrontare questo lavoro con molta umiltà, dedizione e spirito di sacrificio, seguendo l’esempio del mio Maestro, Massimo Carlotto, che mi ha insegnato tutto ciò che so, e a porre il rispetto costante del lettore come punto cardine della nostra bussola di autori.
– Continueremo a ritrovare Mazzeo nelle tue storie? Hai altri progetti nel tuo futuro letterario? La serie di Mazzeo si chiuderà con il romanzo in uscita il 5 Maggio di quest’anno. Sarà traumatico chiudere questa bella e lunga parentesi della mia vita, ma per rispetto dei lettori e della storia, non volevo tradire i personaggi. La saga doveva necessariamente arrivare a un suo epilogo. Ho tanti altri progetti, si tratta ora di scegliere con gli editori a quali dare priorità. Il Premio Franco Fedeli e ora i Corpi Freddi Awards mi sembra che attestino un grande interesse intorno a Vito Strega e la serie thriller de “I Canti del Male”, quindi credo che parte dei miei prossimi impegni ruoterà attorno a questo personaggio. Ma ho tante storie e tanti personaggi in testa. Grazie mille per questa bellissima intervista.