I RICCI, SI SA, VANNO IN LETARGO, e l'inverno può essere molto lungo, ma prima o poi arriva primavera. Di più: gli otto anni e mezzo trascorsi dall'uscita dell'Eleganza del riccio, il libro di Muriel Barbery divenuto bestseller globale tra il 2007 e il 2009, sono un tempo appena giusto per fare spazio nel cuore dei sei milioni di lettori che l'hanno amato alla follia (quasi due solo in Italia) a un'impresa sorprendentemente nuova. A trasformare brillante ironia, sottile contestazione e filosofia quotidiana che erano gli ingredienti della vicenda della portinaia lettrice e della ragazzina pensante nel romanzo precedente in autentica poesia, grande densità di meraviglia, fantasia illuminata direttamente dall'anima delle cose: tinte protagoniste di Vita degli elfi, da poco uscito per le edizioni e/o anche in Italia. La storia non è facile da raccontare, perché sfocia nel realismo magico. Possiamo anticipare però che fa perno su due dodicenni con strani poteri visionari, che le due ragazzine divengono ponte con altri mondi attraverso l'arte e la natura e salveranno gli uomini daUa fine della bellezza,cioè, per la raffinata autrice francese, la fine dt tutto ciò che dà senso al vivere. Il tempo è quello di un passato indistinto tra le due guerre, la geografia si muove tra la campagna abruzzese e Roma, dove vive e suona magnificamente il piano Clara (una delle due protagoniste), e la Borgogna, dove Maria (la seconda, arrivata orfana "dalle Spagne") parla indifferentemente a un mondo contadino bigotto, con strani animali e grandi alberi.
In questi otto anni dov'è stata?
Per lo più ho viaggiato. Mi sono fermata due anni in Giappone, tre in Olanda, ora sono di nuovo in Francia. Non sono una scrittrice prolifica, devo meditare molto prima che ritorni il desiderio di scrivere. Devo passare molto tempo a non scrivere.
E nel viaggiare e nel meditare cos'ha determinato l'idea del nuovo libro?
Più cose insieme. Per cominciare l'incanto dei giardini giapponesi, sono completamente diversi da quelli che vediamo m Europa. Un giorno ho pensato che fossero tanto irreali da sembrare disegnati dagli elfi: così è venuta l'idea del racconto di un mondo fantastico come metafora di quello che vorrei dire oggi al mondo. Poi ci sono state alcune letture, una visita in Italia, in Abruzzo, nata dal caso: un'amica incontrata in Olanda che mi ha invitato. Ma forse il caso non esiste. Però se conoscessi la chiave da cui procede la mia scrittura di sicuro avrei la vita più facile.
Crede alla vita di altri mondi, o a una dimensione sacra, come appare nel libro?
No, è questa la cosa buffa. O meglio non ho bisogno di nominarla con nomi solenni: però per me l'arte e la natura sono la dimensione sacra della vita, le porte verso tutto, e non so se questo tutto sia un altro mondo. Per me connettermi con loro è già una forma di estasi.
Nel romanzo troviamo di nuovo due ragazzine di 12 anni, come nell'Eleganza del riccio. Un simbolo? Una citazione?
Sarebbe da sottoporre a uno psicologo, perché non me n'ero accorta. Credo però che sia la mia necessità di purezza, di candore, di incanto a parlare attraverso di loro. Contrappongo questa innocenza alla condizione attuale del pianeta, retto dalla volontà di dominio, dalla distrazione e dalla distruzione. Certo, c'è anche la mia infanzia in campagna, una ragazzina che camminava nei boschi e traeva nutrimento da quel mondo ancora integro.
Nel libro c'è una guerra tra il Bene e il Male. Fuori di metafora, cos'è?
Direi una contrapposizione tra armonia, autenticità, bellezza e questa volontà prevaricatrice di controllare tutto con la ragione, di far predominare il potere sulla potenza di quel che esiste. La storia del genere umano è la peggiore storia di distruzione che si possa raccontare.
Alla fine, il segreto più segreto che il Male voleva portarsi via è l'amore, descritto in un bellissimo paragrafo...
Sì, datemi Amore, Arte, Natura e io sono la donna più felice della terra...
Nella realtà di oggi, cosa la rende felice?
Scrivere quando riesco a farlo. E' la mia connessione con il Tutto. Il resto della mia vita è attesa di questa felicità. Ora forse non dovrò attenderla troppo: i misteri della storia non sono tutti risolti, lo saranno però presto nel sequel della Vita degli elfi che sto progettando. Oggi sono felice di questo.