Gli ingredienti perché diventi, dalle nostre parti, un caso editoriale, ci sono tutti. E il pensiero corre ad “Eva dorme” di Francesca Melandri. Ma la vicenda di “Sotto un sole diverso” dell’austriaco Ernst Lothar che le edizioni e/o, sì, quelle di Elena Ferrante best seller senza fine, mandano in libreria tra un paio di giorni (traduzione di Monica Pesetti, 376 pagine, 18 euro) e del quale in questa stessa pagina potete leggere l’incipit è tutt’altro che recente. Già. Il romanzo di Lothar (è suo “La melodia di Vienna”) fu pubblicato per la prima volta in lingua inglese nel 1944 mentre l’autore austriaco di origini ebraichesi trovava esule negli Stati Uniti dopo l’Anschluss. E Lothar volle che quella prima edizione portasse una sua premessa. “Questo è un romanzo solo in quanto i personaggi e gli eventi rappresentati sono descritti come se fossero frutto della fantasia del narratore. Ma qui è diverso. In questo libro gli eventi sono reali e i personaggi obbediscono all’autore solo quando egli si fa portavoce dei loro pensieri e sentimenti. Pensieri e sentimenti che, a loro volta, non sono stati imposti dal narratore ma dalla Storia; che si basano su documenti,costituendo una sorta di verbale del moderno processo alle streghe. Non esiste fantasia capace di escogitare l’insensatezza della storia contemporanea. Il narratore può solo essere cronista di un’epoca che ha disprezzato tutti i valori e mettere le generazioni future davanti allo specchio in cui osserveranno il nuovo Medioevo superato dai loro avi, forse con lo sbigottimento dichi non c’era, ma anche con il distacco di chi viene dopo e non soffre per ciò che non ha vissuto sulla propria pelle”. Il libro è stato pubblicato in Austria solo nel 1961 con il titolo di “Unter anderer Sonne” e arriva adesso per la prima volta sugli scaffali delle librerie italiane col sottotitolo “romanzo del destino sudtirolese”. Un documento storico accuratissimo (cita giornali dell’epoca e fa nomi e cognomi) nella veste di un grande romanzo popolare: una saga familiare che ha per protagonista la famiglia bolzanina dei Mumelter, orgogliosi sudtirolesi di origine tedesca. Sì. Siamo in Alto Adige al tempo della deportazione nazi-fascista dei sudtirolesi in seguito agli accordi fra Mussolini e Hitler Una pagina oscura e rimossa della nostra storia nazionale e che trova qui, nella pagine di un romanzo dai canoni popolari, una ribalta di cui poco si è scritto e dibattuto al di fuori della nostra regione. Al fascino “postumo” di questo romanzone contribuisce certo la figura stessa dell’autore: Ernst Lothar Müller (Brno 1890 -Vienna 1974) fu scrittore, regista e critico teatrale. Si dedicò alla scrittura e al teatro e frequentando l’amico Stefan Zweig e la sua cerchia. Nel 1938 a causa delle persecuzioni del regime nazista emigra negli USA dandosi all’insegnamento universitario. Torna a Vienna nel 1949 su incaricò degli Alleati per procedere alla denazificazione culturale dell’Austria. Un ritorno non semplice. All’indomani della caduta del Reich, come scrisse nei suoi diari, l’antisemitismo era più vivo che mai e al loro arrivo gli esuli venivano accusati di tradimento. A nulla valeva la fondata obiezione che, diversamente, sarebbero stati sterminati. Lothar, a dispetto di tutto, decise di restare. La riflessione critica sulla storia recente e il rilancio della tradizione austriaca furono le direttrici su cui si esercitò la sua tenacia di intellettuale, assieme alla riabilitazione di grandi autori come Brecht. Riprese così a lavorare per il locale Burgtheter e per il Festival di Salisburgo, del quale fu per anni colonna. Dai suoi numerosi libri furono tratti film di grande successo che consacrarono il suo nome nella storia della cultura austriaca. “Sotto un sole diverso” è lettura sorprendente anche per la minuziosa descrizione della vita quotidiana a Bolzano e nelle valli, per i riferimenti all’arte, alla storia, alla natura dell’Alto Adige (a volte si ha quasi la sensazione che Lothar abbia voluto tracciare una sorta di mappa, un bignami sudtirolese) e si affida ovviamente trattasi di romanzo popolare ad una trama densa. Bolzano, fine degli anni Trenta. Italianizzazione forzata. I Mumelter, antica famiglia bolzanina orgogliosamente tirolese, si sente privata delle proprie radici e identità. Il novantenne Mumelter vede in Hitler l’unica speranza e si augura che la Germania nazista faccia per i sudtirolesi ciò che sta facendo per i Sudeti, ma lo aspetta una delusione. L’accordo tra Mussolini e Hitler prevede che i tirolesi dovranno scegliere se diventare cittadini tedeschi abbandonando così il Sudtirolo o rimanere cittadini italiani, rinunciando a essere riconosciuti come minoranza linguistica. Anche la famiglia Mumelter, nel frattempo, si sgretola: il nipote più giovane, Sepp, si lascia abbagliare dalla retorica fascista e partecipa entusiasticamente alle iniziative dei Balilla; la nipote Riccarda dà scandalo rimanendo incinta fuori dal matrimonio; il nipote Andreas, ingegnere tornato a Bolzano dopo aver studiato a Berlino, viene arrestato per il suo impegno antifascista. Le prime avvisaglie della tempesta.