“ Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi essere disposto a fare qualcosa che non hai mai fatto.”
Piergiorgio Pulixi è nato a Cagliari. Fa parte del Collettivo Sabot creato da Massimo Carlotto. Le sue pubblicazioni: Perdas de Fogu nel 2008, L’ albero dei microchip nel 2009, Un amore sporco inserito in Donne perdere nel 2010, Una brutta storia nel 2012, La notte delle pantere nel 2014, L’appuntamento nel 2014 e Il canto degli innocenti nel 2015.
Per A book to tell oggi parliamo di Per sempre, terzo romanzo di Piergiorgio Pulixi che ha come protagonista Biagio Mazzeo. Indiscusso patriarca capobranco della sua squadra di poliziotti. Non agiscono nella legalità, diciamo che utilizzano metodi alternativi. Ritroviamo un Mazzeo tremante, dallo sguardo vuoto. Il ricordo orribile della mafia cecena dovrebbe trovarsi al suo anulare, ma non è così. Il branco ha paura per lui, teme non possa più tornare ad essere l’uomo con cui hanno cominciato tutto. La sua anima sembra assente, le ferite sono profonde. I suoi bisogni? Un’auto e un’arma. Ma questo è dopo… prima, cosa gli è accaduto? Prima è stato schiavo della ‘ndrangheta, ha tentato di scovare la spia all’interno del branco, si è visto costretto a passare informazioni ai suoi superiori. Prima c’era la Giungla, una città soggiogata dal malaffare, dal crack e dalla prostituzione. Prima c’era la collina dove respirare, decidere, uccidere e osservare la melma dall’alto. Prima, c’era la guerra personale di Biagio, contro i suoi fantasmi. Difficile, quasi impossibile proteggerlo da se stesso…Prima c’era il ricatto continuo, il doppio gioco, la vendetta. Dopo? Dopo Biagio sarà cambiato, sarà rabbioso e cieco, diventerà sempre più violento perché la debolezza lo potrebbe portare alla morte. Diventerà un esperto nel mentire, soprattutto a se stesso. Si perderà nel buio e il branco non avrà più un codice d’onore. Si sospetteranno l’un l’altro, senza tregua. Biagio sarà in bilico tra la famiglia e l’amore da una parte e la vendetta unita alla paura dall’altra. Un baratro pericoloso. Biagio imparerà a non dimenticare lo sguardo di chi sta morendo, lo avrà impresso nella mente, giorno e notte. Dovrà lottare per uscire da questo incubo, facendosi odiare da chi lo ama, allontanando gli amici, perché teme possano morire. Abuserà di anfetamine per lenire il dolore. Non potrà mai rilassarsi o abbassare la guardia perché, in fondo, è pur sempre uno sbirro. È rimasto solo? Può ancora fidarsi di qualcuno? Biagio Mazzeo. Il suo tormento è nel cuore e negli occhi, perché hanno visto ciò che non avrebbero mai voluto vedere. È nei polmoni, perché hanno respirato la morte. È sulla pelle, ferita e lacerata. Tutto questo è il suo bagaglio. È il suo grido disperato che gli brucia le corde vocali. È un collare di ferro che lo costringe in ginocchio. È la malvagità altrui che gli fa abbassare lo sguardo. Per sempre, come la sua canzone preferita, da riascoltare in un tormento continuo. Per sempre, come la sua strada resa viscida dal sangue. Per sempre, cercando con ossessione la fine. Buona lettura.