La nostra recensione di "Per sempre" di Piergiorgio Pulixi, terzo capitolo del ciclo di romanzi dedicati all'ispettore Biagio Mazzeo Per sempre è una canzone di Nina Zilli. Ed è anche la canzone di Biagio Mazzeo e Nicky, la figlia di Santo Spada, caduto nella guerra contro la ‘ndrangheta. “La notte delle pantere” ha lasciato delle cicatrici sulla squadra di Mazzeo e anche l’ispettore non è più lo stesso: c’è una spia all’interno della sua “famiglia”, spaventata e decimata da troppe morti. Per la prima volta, dopo molto tempo, Mazzeo è diviso tra il potere e l’affetto per la ragazzina di cui ha l’affidamento. Nicky è sola al mondo, dopo la scomparsa del padre e con una madre cocainomane ormai irrimediabilmente perduta. Tocca a Mazzeo prendersi cura di lei. Ma «tutti, prima o poi, siedono a un banchetto di conseguenze» e anche l’uomo dovrà fare i conti con il proprio passato, soprattutto con il fantasma del ceceno Ivankov.
Ormai ci pare superfluo dirlo: Piergiorgio Pulixi ( Premio Fedeli 2015 con Il canto degli innocenti) è nato per scrivere e questo terzo volume dedicato a Biagio Mazzeo ne è la conferma. Oltre a riproporre i suoi personaggi più amati, nella parte finale di Per sempre l’autore ci sconvolge con colpi di scena imprevedibili e un epilogo davvero tragico e, in parte, del tutto inaspettato. L’epopea di Mazzeo era iniziata con Una brutta storia, una sorta di “romanzo criminale” interno alle forze di polizia; il secondo capitolo, La notte delle pantere, vedeva Mazzeo scendere a patti con Irene Piscitelli, dirigente di pubblica sicurezza dello SCO: la Piscitelli tornerà anche in questo terzo volume, con un ruolo e un destino particolarmente determinanti ai fini della trama. In tutti e tre i libri di questa trilogia (che, vista la conclusione di Per sempre, è destinata a un sicuro prosieguo) ritroviamo, da una parte, l’amore di Mazzeo per la sua famiglia putativa, ovvero la sua squadra, dall’altra la brutalità, la violenza, la corruzione che dominano la vita dell’ispettore. Sembra non esistere la possibilità di una redenzione per Biagio Mazzeo, né di un’evasione da quel mondo marcio che lo ha ormai imprigionato, appunto, “per sempre”.
Le opere di Pulixi sono adrenalina allo stato puro e con Per sempre lo scrittore ha davvero raggiunto ottimi risultati a livello di stile narrativo. Pulixi è il degno erede del suo maestro, Massimo Carlotto, che, con Colomba Rossi, cura la collana Sabot/age delle Edizioni e/o, volta a «sabotare l’industria della menzogna [….] la macchina di disinformazione che c’è in Italia, che cerca di nascondere alcune storie, storie negate che non trovano spazio sui media». Questo giovane autore sardo a noi piace molto non solo per il ciclo con protagonista Mazzeo, ma anche per altre sue eccellenti prove letterarie (non solo il sopra citato Il canto degli innocenti, segnaliamo anche L’appuntamento), altrettanto valide.
Quanto tempo passerà prima dell’arrivo della saga di Mazzeo al cinema? È naturale chiederselo, poiché il linguaggio utilizzato da Pulixi si avvicina molto a quello cinematografico e le sue storie sarebbero particolarmente efficaci sul grande schermo. Tuttavia Pulixi non si limita al puro intrattenimento, nei suoi romanzi ampio spazio è dedicato anche al lato più intimo dei suoi personaggi, di cui vengono presentate le debolezze e le frustrazioni: personaggi a cui non viene perdonato nulla, che con il passato, i propri errori e le proprie scelte devono sempre fare i conti. Una storia che si ripete anche in Per sempre: quando il traditore verrà scoperto dovrà pagare. Niente poi sarà più come prima. Né per Mazzeo, né per i lettori.
Biagio non era più lo stesso. Nicky pensava che fosse stata la morte di Santo a cambiarlo. L'aveva reso più silenzioso, più lontano. Ma non con lei.