Il Premio Nobel per la Letteratura 2015 a Svetlana Aleksievic: ma chi è Svetlana Aleksievic e cosa ha scritto? Vediamo insieme la biografia della scrittrice e i suoi libri di maggior fama.
Chi è Svetlana Aleksievic, vincitrice del Nobel per la Letteratura 2015? Se lo chiedono in tanti in queste ore. SvetlaChi è Svetlana Aleksievic, Nobel 2015: cronista dell’Unione Sovietica
Svetlana Aleksievic è stata impegnata per molti anni a narrare gli eventi dell’Unione Sovietica, dalla catastrofe di Cernobyl alla guerra in Afghanistan passando per lo scioglimento dell’URSS. Sui grandi avvenimenti da lei trattati Svetlana Aleksievic ha scritto volumi importanti per i quali le sono stati conferiti premi in svariate nazioni, libri che sono stati rapidamente tradotti all’estero e hanno fatto conoscere la sua penna e la sua narrazione storica in tutto il mondo.
Alla vincitrice del Nobel 2015 per la Letteratura erano stati conferiti, negli scorsi anni, premi quali l’Herder Prize, il National Book Critics Circle Awards, il premio Andrei Sinyavsky, il Prix Médicis essai, il Premio Masi Grosso d’Oro Veneziano e il Peace Prize del German Book Trade.
Svetlana Aleksievic, Nobel Letteratura 2015: cosa ha scritto?
I libri del Premio Nobel Svetlana Aleksievic attualmente presenti nelle librerie italiane sono i seguenti (per ogni titoli link alla scheda del libro con trama e recensioni degli utenti):
Preghiera per Cernobyl – Cronaca del futuro, e/o Edizioni (anno 2002)
Ragazzi di zinco, e/o Edizioni, anno 2003
Incantati dalla morte, e/o edizioni, anno 2005
Tempo di seconda mano – La vita in Russia dopo il crollo del comunismo, edito da Bompiani nel 2014.
Nella motivazione del Premio Nobel a Svetlana Aleksievic l’accademia svedese ha voluto sottolineare il carattere polifonico della sua opera, autentico monumento al coraggio e al dolore umano moderno, nella Russia Sovietica e oltre la stessa URSS.
I libri di Svetlana Aleksievic, l’incipit di Tempo di seconda mano
Riportiamo in occasione del conferimento del Nobel l’inizio del primo capitolo del libro Tempo di seconda mano di Svetlana Aleksievic tratto dall’edizioni Bompiani attualmente in commercio.
Ci stiamo congedando dall’epoca sovietica. Che è come dire: dalla nostra stessa vita. Mi sforzo di ascoltare con onestà tutti coloro che hanno partecipato al dramma socialista…
Il comunismo aveva un progetto insensato: rifare l’uomo “vecchio”, l’antico Adamo. E c’è riuscito… anzi è forse l’unica cosa che ha funzionato. In settant’anni e rotti sono arrivati a produrre nel laboratorio del marxismo-leninismo un tipo d’uomo affatto particolare, l’homo sovieticus. Per alcuni è un personaggio tragico, per altri è solo un patetico sovok. Un uomo che mi sembra di conoscere, e anzi di conoscere bene, gli sono vissuta accanto, abbiamo trascorso insieme, fianco a fianco, molti e molti anni. Io sono lui. E così i miei conoscenti, amici, genitori. Per alcuni anni ho percorso in lungo e in largo l’ex Unione Sovietica perché l’homo sovieticus non è solo russo, oltre a quello russo c’è il bielorusso, il turkmeno, l’ucraino, il kazako… Attualmente viviamo in diverse nazioni, parliamo lingue diverse ma restiamo inconfondibili. Ci facciamo subito riconoscere! Noi tutti, gente del socialismo, siamo simili all’altra gente ma al tempo stesso ce ne distinguiamo; abbiamo un nostro vocabolario, idee nostre del bene e del male, degli eroi e dei martiri. Anche il nostro rapporto con la morte è tutto speciale. Nei racconti che vado annotando ricorrono spesso parole che feriscono l’orecchio: “sparare”, “fucilare”, “liquidare”, “mettere al muro” o versioni sovietiche dello “scomparire senza traccia” quali “arresto”, “dieci anni senza diritto alla corrispondenza”, “emigrazione”. Che valore può avere una singola vita umana se pensiamo che solo poco tempo fa ne sono state eliminate a milioni? Siamo pieni di odio e pregiudizi. Veniamo tutti da laggiù, dal gulag e da una guerra atroce. La collettivizzazione, la dekulakizzazione, la deportazione di interi popoli…
Era il socialismo ed era, semplicemente, la nostra vita. Allora non ne parlavamo molto. Ma adesso che il mondo è cambiato in modo irreversibile, tutti hanno cominciato a interessarsi alla nostra vita di allora: bella o brutta che fosse, era comunque l’unica che avevamo. Scrivo, raccolgo briciola dopo briciola la storia del socialismo “domestico”… “interiore”. Il modo in cui la gente lo viveva nella propria anima. Proprio questo piccolo ambito mi ha sempre attirato – l’essere umano… la singola persona. In realtà è proprio lì che ogni cosa accade.na Aleksievic è una scrittrice e giornalista bielorussa nata il 31 maggio 1948 nella città ucraina di Ivano-Frankivs’k, figlia di due insegnanti delle scuole rurali, è da anni nota in tutto il mondo per i suoi saggi. È in esilio dopo le persecuzioni del regime di Lukašenko (di sua volontà), fin dal 2000. Ha vissuto a Parigi, Goteborg e Berlino, per poi tornare a vivere a Minsk nel 2011.