Napoli, covo di malfattori e alcova di mille bellezze; gente onesta che vive gomito a gomito con infami e profittatori. Città-mito incomprensibile e splendida, composito mosaico dove la rabbia si mischia e trova sfogo nel dileggio, e lo sberleffo risponde alla sopraffazione. E chi può rappresentare questo improbabile connubio meglio di Pulcinella, la maschera cinquecentesca dell’antieroe per eccellenza? Personaggio dimesso, ma ingegnoso e vincente contro le angherie dei (pre)potenti, Pulcinella usa il dileggio come arma di fronte ai soprusi, e resiste come può alla malasorte: pronto a prendere mazzate, ma a restituirle di santa ragione.
Eccolo, eccolo colui che può salvare Napoli! e già ha iniziato, ripulendo il quartiere Sanità dalla violenta dominazione degli Sparaco. Gli abitanti respirano, le attività commerciali, prima strangolate dalla morsa dell’usura e delle estorsioni della Compagneria, riaprono nella “zona decamorrizzata”. Tutto merito –nascosto- di Puccio D’Aniello, il tuttajo con cui parlammo tempo fa in questa intervista, che è diventato il supereroe e il protettore che la città intera aspettava da sempre.
Ma, com’è ovvio, non tutti sono contenti di questo andamento positivo: il figlio di Clemente Sparaco, Ciro, dopo aver cambiato i connotati all’estero, ha tutte le peggiori intenzioni di riprendersi il quartiere, di uccidere Pulcinella (che l’ha sottoposto a un’onta immensa davanti a tutti, grazie ad una bella carota dove non batte sole), e soprattutto di prendersi quella impunita di Rosa Bellella, che di Pulcinella è innamorata persa.
Si unisce alla Compagneria e ai suoi fetidi disegni la camorra intera, decisa a liberarsi di quello che rappresenta un grosso sasso nei suoi sanguinosi ingranaggi; ma anche i potenti –il Club di quelli che non si sporcano le mani in prima persona ma che dalle attività criminali traggono gran sostentamento- vogliono riportare ordine e sottomissione nel popolo. Da questa nasceranno violenze e ricatti infiniti, punizioni feroci a chi ha alzato la testa, torture e rapimenti, e tutto tende ad un solo scopo: far sì che Pulcinella si consegni e farlo fuori come lezione esemplare per tutti coloro che intendessero seguirlo.
In questo secondo volume di Massimo Torre, Uccidete Pulcinella, l’atletico hacker che veste i panni modesti di Puccio D’Aniello se la vede davvero brutta, e con lui tutti quelli che lo sostengono; ma non ho intenzione di aggiungere altro sulla trama. Leggete questa storia napoletana ma universale. Soffrirete e rabbrividirete, guardando dentro cuori umani ghiacciati dalla ferocia. Sorriderete, poi, sollevati , seguendo gli spernacchiamenti e i volteggi di Pulcinella, supereroe senza superpoteri.
E di tanto in tanto avvertirete un alito di speranza, odor di pulito che spazza il marciume, e pure un refolo d’amore. Ché quello sfacciato, l’amore, se ne frega e fiorisce nei posti e nei cuori più inaspettati.