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Leggere fantascienza araba a Baghdad

Autore: Francesca Caferri
Testata: Repubblica
Data: 3 ottobre 2015

Al viaggiatore che esca dall'aeroporto di Dubai, Abu Dhabi o da quello di Doha, oggi non farebbe troppa meraviglia se ad attenderlo fuori ci fosse una navicella spaziale invece che un taxi. Grattacieli altissimi dalle forme spettacolari e l'uno diverso dall'altro punteggiano lo skyline di quelle che fino a cinquant'anni fa erano sonnacchiose cittadine del deserto. Fra l'una e l'altra il cielo si intravede appena, interrotto com'è dalle gru impegnate in nuove e spettacolari costruzioni in una corsa alla città del futuro che non ha eguali al mondo. Che sia lo scenario perfetto per ambientare una storia di fantascienza lo hanno pensato in molti, tanto è vero che si rumoreggia che sarà proprio Dubai ad ospitare, a dicembre, l’attesissima prima mondiale di Star Wars Episodio VII. Ma, senza arrivare fino a Hollywood, scene ambientate nel futuro ultimamente da queste parti non ne mancano: appartengono a un genere che da qualche anno sta conquistando un numero crescente di lettori arabi e inizia ora ad affacciarsi in Occidente, quello della fantascienza araba. Ad attirare l’attenzione internazionale sul fenomeno è stata l’attribuzione nel 2014 dell’importante International prize for arabic fiction (noto anche come il Booker Prize arabo) a Frankenstein a Baghdad: il romanzo d’esordio dell’iracheno Ahmed Saadawi (pubblicato ora in Italia da e/o) racconta la storia di un uomo che mette insieme pezzi di corpi squartati dalle autobombe e dagli attacchi terroristici che fra il 2005 e il 2007 hanno devastato la capitale irachena. Il protagonista li cuce insieme per dare vita a una nuova creatura, una sorta gemello contemporaneo del Frankenstein di Mary Shelley. Il romanzo è diventato una sorta di catalizzatore per la critica mondiale, che da lì è partita per esplorare il fenomeno delle fantascienza in lingua araba. «Il titolo mi è venuto in mente all’inizio della prima stesura e mi è rimasto accanto come una bussola — spiega l’autore, che sarà a Ferrara fra gli ospiti del Festival della rivista Internazionale — ho deciso di mescolare il piano reale e quello fantastico ricorrendo anche al noir e all’horror. Questo mix di forme espressive mi sembrava la maniera più adatta di comprendere quel che sta accadendo nella realtà irachena». Insieme all’uscita del libro di Saadawi, l’altra data per raccontare il sorgere (o, argomenta qualcuno, il risorgere) della fantascienza araba è il 2013: in quell’anno, dopo essere stati rifiutati da decine di editori, i due giovani sauditi Ibrahim Abbas e Yasser Bahjatt pubblicano a loro spese )Hwjn, un romanzo che racconta la storia d’amore fra uno Jinn — gli spiriti da sempre presenti nella cultura araba — e un umano, sullo sfondo dello scontro fra i mondi dei due che poi l’amore sanerà.