VALERIJ PANJUKIN LOLIMPO DI PUTIN
Autore: Gianluigi Bodi
Testata: Senzaudio
Data: 29 settembre 2015
Fatevi un favore, se siete interessati all’attualità, se vi piace capire come funzionano i meccanismi assurdi della politica, se siete persone ironiche e vi piace l’ironia negli altri, leggeteci “L’olimpo di Putin“.
Avete presente quanto eravate piccoli, quando andavate a casa dei vostri amici e questi vi proponevano di giocare ad un gioco nuovo, strano, che conoscevano solo loro e che le regole, astruse, sembravano essere chiare solo a loro. Regole che spesso cambiavano nel corso del gioco, facendovi sentire al contempo spaesati e vogliosi di vincere? Ecco, vivere alla Rublevka è proprio così. Non si sa bene quello che deve essere fatto e quello che non deve essere fatto, ma pagheresti con un rene per andarvi a vivere.
Poco distante da Mosca c’è un quartiere, la Rublevka, in cui abita il Gotha della politica e della finanza russa. Per raggiungerlo dovete farvi un lungo tragitto in macchina e può capitarvi che, mentre state tornando a casa, la polizia arrivi e costringa tutti a fermarsi a lato delle corsie per far passare Lui o qualcuno un po’ al di sotto di Lui.
E allora perché prendersi la briga di vivere in un posto scomodo da raggiungere, pieno zeppo di polizia in incognito? Perché puoi essere anche uno degli uomini più ricchi di russia, ma se non sei lì, non conti nulla.
Leggere “L’olimpo di Putin” è uno spasso, è un libro fitto di ironia e sarcasmo, votato alla critica sociale, ma è anche una sorta di documentario su una specie che pare godere di ottima salute e non sembra minacciata di estinzione. I potenti. Il tono di Valerij Panjuškin è spesso canzonatorio, ma non dobbiamo cadere nell’errore di considerare un libro una semplice invettiva contro una casta. Quello dello scrittore russo è un lavoro minuzioso e preciso, una raccolta di dati ed anedotti che presumo gli abbia creato non pochi problemi. Un modo diverso di guardare l’acquario in cui nuotano i potenti tenendo sempre presente che le regole ci sono, sono difficili da comprendere, cambiano in continuazione, alcune non sono regole fino a che non è deciso che lo siano, ma le regole ci sono e non rispettarle può creare dei guai. Grossi guai.
E’ compito di un buon editore riuscire a pubblicare anche libri come questo, libri di nicchia che magari faticheranno a raggiungere il grande pubblico ma che apriranno gli occhi a coloro i quali hanno avuto la fortuna di imbattervici. E/O edizioni, evidentemente è un ottimo editore.
Ottima anche la traduzione Claudia Zonghetti che per E/O ha già tradotto anche il precedente libro di Valerij Panjuškin “Dodici che hanno detto no”.
Valerij Panjuškin è nato nel 1969 a Leningrado. Ha lavorato come inviato speciale per i giornali Kommersant e Vedomosti e tiene regolarmente una rubrica sul giornale Gazeta.ru. Per la sua attività di giornalista ha ricevuto il premio “Penna d’oro di Russia”. Vive a Mosca, dove lavora come corrispondente per la rivista Snob. Nel 2011 le Edizioni E/O hanno pubblicato Dodici che hanno detto no.
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