La post-fazione di Victor Gischler nell’ultimo romanzo di Matteo Strukul, “Cucciolo d’uomo”, descrive l’autore come un uomo che sanguina pulp.
Trovo che questa affermazione sia davvero azzeccata per parlare di questo scrittore scoperto ormai da alcuni anni da Massimo Carlotto e da Colomba Rossi, rispettivamente curatore e direttrice della Collezione Sabot/age di E/O Edizioni.
Io aggiungo che Matteo il pulp lo respira, lo mangia, lo sente. Tanto da aver creato un personaggio, quello di Mila, che rappresenta appieno un genere conosciuto e largamente apprezzato oltreoceano, ma che ha preso piede anche in Italia grazie a romanzieri come lui.
Veniamo a Mila: chi è costei?
Pericolosa e bellissima, occhi verdi che sembrano smeraldi di ghiaccio, corpo atletico e guizzante di muscoli, stretto nel latex che la avvolge, quasi fosse un unico tatuaggio nero.
Soprannominata Red Dread per i folti capelli rossi, è nata per uccidere.
Ha una forza straordinaria, alimentata dalla rabbia e dal dolore che l’hanno forgiata e, per tali caratteristiche, è stata arruolata dalla BHEG, una microcellula organizzata che seleziona cacciatori di taglie, fuoriusciti dai corpi speciali, disposti a missioni impossibili, estranee a qualsiasi protocollo, l’ultima frontiera della sicurezza. Un cane sciolto disposto a tutto.
Equipaggiamento standard: kukri e katana, colt .45 e Sig Hauer.
Obiettivo, questa volta, è un raid mordi e fuggi, un bambino nigeriano da liberare – Akim – reso muto dai suoi rapitori, un prezioso testimone necessario per inchiodare la rete criminale che fa transitare gli innocenti per alimentare il mercato delle adozioni illegali, della prostituzione minorile e del traffico d’organi.
Nelle mani di altri autori, Mila sarebbe potuta diventare un cliché alla stregua di Tomb Raider o Uma Turman in Kill Bill (non per niente vi è un forte richiamo alle atmosfere tarantiniane..), ma la bravura di Strukul sta nel fatto di averla “umanizzata” e costruita nei minimi particolari, fin troppo perfetta nella sua fisicità.
Ne è nata una trilogia (La ballata di Mila nel 2011, Regina Nera nel 2013 e Cucciolo d’uomo, tutti pubblicati da E/O Edizioni) che potrebbe essere rappresentata da questi “sottotitoli”: La vita, La morte (intesa come pausa di riflessione) e La rinascita (ritorno alle origini, alle sue radici).
Ci sono stazioni e capolinea lungo il tragitto. Perché questo è un viaggio estremo, è come andare in fondo all’abisso per poi tornare indietro e quando ritorni vuoi almeno portarti dietro qualcuno che devi salvare, qualcuno che vuoi salvare.
Quello che doveva essere il salvataggio di un bambino, diventa un percorso di liberazione per Mila, che si sente trasformare giorno per giorno attraverso l’amore per questo esserino dagli occhi grandi e scuri.
Il romanzo è un duro monito a chi, per interessi economici, considera la morte come un danno collaterale, giustificando qualsiasi nefandezza venga commessa, con il bene placito di politici corrotti e senza scrupoli.
Matteo Strukul, attraverso “Cucciolo d’uomo” sembra voler dare voce a questo bambino, come se esso rappresentasse il territorio in cui viviamo, l’aria che respiriamo, la terra che coltiviamo. Noi stessi. E a ricordarci che dovremmo contribuire alla crescita e alla salvaguardia di questo patrimonio immenso, anziché mettere la testa sotto la sabbia, incapaci di difendere il nostro futuro, i nostri bambini.
Ritmo serrato, violento. Frasi brevi e d’effetto, combattimenti corpo a corpo incalzanti. Azioni e reazioni a catena sia dei protagonisti, sia di chi legge.
E alla fine ti senti spossato come se in quelle pagine ti ci fossi trovato anche tu, a combattere contro i nemici.
Mila è un personaggio fantastico, poliedrico, adattabile a fumetti e cinema, mi auguro solo che non rubi troppo la scena a chi le sta intorno.
Lo scrittore:
Scoperto da Massimo Carlotto, Matteo Strukul ha pubblicato per E/O Edizioni La ballata di Mila (vincitore del Premio speciale Valpolicella 2011 e semifinalista al Premio Scerbanenco 2011), e ha altresì scritto la sceneggiatura del fumetto Red Dread (Lateral Publish 2012), basato sulle avventure dell’eroina del suo primo romanzo, Mila Zago, disegnato da Alessandro Vitti e vincitore del Premio Leone di Narnia 2012 come miglior fumetto seriale italiano. Laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in diritto europeo dei contratti, collabora con Il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia e Mestre e La Tribuna di Treviso. È inoltre ideatore e fondatore di Sugarpulp, movimento letterario veneto che ha ricevuto la benedizione di Joe R. Lansdale e Victor Gischler, nonché direttore artistico dello Sugarpulp Festival. Dirige Revolver, nuovo marchio editoriale di Edizioni BD dedicato al noir.
Vive insieme a sua moglie Silvia fra Padova e Berlino. Il suo sito internet è: www.matteostrukul.com. Potete scrivergli a matteo@matteostrukul.com.
http://contornidinoir.it/2015/07/matteo-strukul-cucciolo-duomo/