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Maremadre

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: Sololibri
Data: 20 luglio 2015

Una poetessa, capace di una lingua fiorita, metaforica, espressiva, dal carattere fortemente simbolico, racconta un rapporto esemplare fra una madre amatissima e la figlia, lungo il corso degli anni, a partire da una nascita non del tutto desiderata a causa di un matrimonio non riuscito, ma che poi nel tempo si trasformerà in un amore appassionato fra la sindacalista della CGIL del porto di Genova e la scrittrice, una giovane donna che apprenderà da sua madre la leggerezza, l’eleganza, la giustizia, il rispetto di sé, la libertà sessuale, il senso critico, la sicurezza delle proprie convinzioni.

“Mia madre mi educò fin da giovane ai valori dell’eguaglianza di tutti gli esseri umani, al rispetto per l’altro, all’assunzione delle proprie responsabilità e all’inalienabilità dei diritti dell’uomo”

dice Cristina parlando della formazione ricevuta in gioventù, mescolata con un amore reciproco che non è affatto scontato fra madre e figlia, malgrado gli inevitabili contrasti generazionali e il tentativo di separazione da una donna così autorevole, così presente, attuati nel complesso percorso di vita della giovane donna. L’affrancamento dalle convinzioni più radicate, la libertà di vivere il sesso con libertà consapevoli del piacere che procura senza sensi di colpa moralistici, l’infedeltà teorizzata come una ricchezza da condividere con il partner, l’idea di fondare uno studio di consulenza filosofica per aiutare persone in difficoltà a porsi in modo felice nell’esistenza, la libertà di scegliere luoghi, abiti, cibi raffinati e costosi, in apparente contrasto con una condizione sociale proletaria e con una militanza politica ben definita, sono i regali che questa donna speciale, armoniosa, dotata di naturale charme, consegna all’unica adorata figlia.

“Per raccontare la meraviglia che ha significato avere in sorte una tale madre non mi basta il vocabolario di cui dispongo. Vorrei scrivere queste righe e insieme suonarle sui tasti di un pianoforte, e insieme dipingerle con i colori sognanti di Chagall...”
La storia d’amore raccontata nel romanzo autobiografico si svolge negli anni finali del Novecento a Genova, città incantata che racchiude nel suo porto la violenza del mondo portuale e la poesia di un mare che si apre ai profumi del Mediterraneo.
Storie di vita: depressione, bulimia, cancro, non solo felicità nella vita di questa coppia speciale di madre e figlia, ma un profumo di libri, di cultura, di apertura agli altri aleggia nella narrazione riuscendo ad aver ragione anche della parte peggiore che avviene prima o poi nella vita di ognuno. Ricordo libri in cui si raccontano rapporti difficili, spesso devastanti fra madre e figlia: penso a “Madrigale” di Giulia Alberico, a “Madre e figlia” di Francesca Sanvitale, dove l’amore che sembra essere scontato di fatto non lo è affatto: ecco qui una storia originale, terribilmente sincera, di due donne che non si sono scelte ma hanno amato camminare insieme fino alla vecchiaia e alla malattia che rende tutto più difficile e più doloroso.

“So che la nostra orchestra ha continuato a suonare la sua melodia senza tempo. So che abbiamo costruito insieme un variopinto castello di carte…..”

Un esempio lucido ed entusiasmante per tutte noi che siamo madri e siamo state figlie.

http://www.sololibri.net/Maremadre-Cristina-Dotto-Viglino.html