Inizi a leggere Omicidio al giro e pare di avere di fronte la banda di scalcagnati dei Soliti Ignoti, solo che invece di organizzare un colpo, qui risolvono crimini sportivi. È come se li avessi davanti agli occhi, tutti intorno al tavolaccio che il capo della squadra Igor Attila vorrebbe come quello della tavola rotonda dei cavalieri, lui come Re Artù, e invece assomiglia più a Totò dietro ai lenzuoli sul tetto prima di spiegare il piano più sgarrupato del mondo. Checco Rossi, quello sportivo nostalgico sempre sulla difensiva, quello che avrebbe potuto essere un grande della bici se non ci fosse stato “Il Complotto”, potrebbe essere Vittorio Gassman il bel boxeur, che sopravvive di scommesse, truffe e affaruncoli. Il poveraccio, belloccio, sempre dietro a una gonnella d'acciaio, cioè Mastroianni, qui è Giovannelli, che si strugge d'amore per la Lady di Ferro. Unica donna d'acciaio nella squadra dipinta da Foschi, che infatti non trova il corrispettivo nel film, e pare più che altro uscita dal Silenzio degli Innocenti. Questa Chiara Merlo, che ha studiato a Quantico ed è l'unica davvero esperta, c'entra poco con la banda di stralunati, ed è poi quella che impedisce ai casi di prendere la china che porterebbe dritta dritta a una pasta e fagioli senza soluzione alcuna ai casi.
C'è da dire che la banda di sciammannati si dà da fare dietro al caso del giorno, quella morte sospetta del ciclista Paolo Fallai, vincitore acclamato, stella del pedale, che muore malamente in un percorso di prova facendo i 90 km/h in un tragitto dove anche un bambino avrebbe avuto difficoltà a farsi male. Ogni elemento della squadra si arrangia dietro a una pista e all'altra, ognuno portandosi dietro il proprio bagaglio emotivo-sentimentale. Attila interseca le proprio fortune e sfortune amorose, e per un attimo vorrebbe trasformarsi in unPhilip Marlowe, mentre beve calvados al posto di gin e succo di limone, mentre soffre per l'amato Titta, che vorrebbe un figlio da lui. Se non fosse che poi ogni tanto gli scatta la Carrà come suoneria, che dà una sterzata diversa all'atmosfera con quel “Com'è bello far l'amore da Trieste in giù”. Chiara Merlo potrebbe essere una Clarice pronta a far parlare il suo Hannibal, o anche una detective alla Closer, che riesce a far confessare chiunque si trovi davanti, se non fosse che poi si trasforma in una femmina vagamente isterica e un po' rigida, stile fidanzata di Colin Firth nel Diario di Bridget Jones (presente? L'avvocata sempre un po' troppo dritta con la schiena).
E dunque tra un'apertura romantica, una avventurosa, e una di attualità e cronaca sportiva (tra Pantani, EPO, doping, etc), Omicidio al giro scorre via come uno di quei calvados, alla salute di Foschi, direi.
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