Mi sono innamorata di Vito Strega e mi sono anche definitivamente innamorata di Piergiorgio Pulixi (letterariamente parlando o il motociclista di casa e l'autore stesso potrebbero giustamente inquietarsi!!!).
Come ho già detto altrove, prendo sempre i romanzi di Pulixi con una sorta di leggerezza, che non è una cosa negativa eh! è in accezione comunque positiva, ma è come se ancora non fossi preparata alla botta allo stomaco che ogni volta mi danno!
Questo ragazzo, giovane e italiano (ormai sapete che io preferisco gli autori stranieri!) è un gioiellino della narrativa noir che dobbiamo coccolarci e tenerci ben stretto!
Il canto degli innocenti è il primo di una serie che avrà come protagonista il commissario Strega, uomo che amavo già dopo poche pagine. Fisicamente imponente (e io adoro questo genere!), virile, cattivo quanto basta ma tormentato, capace di passioni folli e fondamentalmente corretto. In questa sua prima avventura lo vediamo in un periodo di sospensione a seguito dell'uccisione del suo collega, è sotto esame psicologico per capire se potrà riprendere servizio o meno. Si è lasciato anche con la moglie. Praticamente non gli rimane più nulla se non l'amicizia profonda con la sua collega, la gatta Sofia e una ragazzina vicina di casa con una nonna che vorrei avere pure io.
La città viene sconvolta da brutali omicidi, scollegati tra loro ma che hanno come denominatore comune il fatto di essere delle atrocità commesse da ragazzini tra i tredici e i quindici anni. Gli assassini sono sempre sul luogo del delitto, per cui non c'è una vera e propria indagine da svolgere eppure Strega e Teresa (la collega) non sono persuasi, c'è qualcosa che non torna, deve esserci un legame, ma quale? come trovarlo visto che i vertici non vogliono perder tempo con un'indagine che non dovrebbe nemmeno esistere?
Naturalmente le indagini Strega le farà eccome e nel corso della lettura incontreremo storie collaterali altrettanto interessanti capaci di darci una realtà a tutto tondo dei personaggi coinvolti. Una storia che passa dall'aspetto più truce e assurdo (killer-bambini) alla storia d'amore tormentato, all'indagine psicologica e a un'altra serie di omicidi "della barbie".
Il tema trattato è forte e disturbante, i ragazzini per definizione sono buoni, ma è falso. I ragazzini non sono per forza buoni, covano nel profondo odio e passione laceranti, che se coltivate in maniera deviata possono portare a stragi. E' un romanzo, ma purtroppo è verosimile (vogliamo ricordare i massacri alla Columbine?) e sono felice che mio figlio abbia solo due anni e mezzo perchè se fossimo nella fase adolescenziale mi avrebbe fatto passare più di qualche ora impensierita a chiedermi cosa realmente potesse passare nella sua testa, quanto realmente conosciamo i nostri figli e la mancanza di precisi riferimenti geografici rende la vicenda ancora più vicina a ciascuno di noi.
Pulixi scrive in modo pulito, non esagera e non riduce, riesce sempre a dosare le parole mescolando perfettamente gli ingredienti che ha in mente per la sua storia e il risultato, anche questa volta, è perfetto. Un libro che si legge tutto d'un fiato ma che resta poi dentro per molto tempo. Se il resto dei canti del male sarà come questo primo volume, avremo una serie che arricchirà e di molto il panorama del giallo/noir italiano.
(Io poi aggiungo una nota di merito al locale in puro stile decadente francese dove bere l'assenzio...praticamente perfetto!)